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Edizione del 09/10/2020
Estratto da pag. 1
Covid, Bonaccini: «Sappiamo meglio noi che cosa serve ai territori. Le regole nazionali? Scritte dalle Regioni»
Il presidente della Conferenza Stato-Regioni: va riattivata subito la cabina di regia che collega Roma ai territori
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Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna: teme che sia in vista un nuovo lockdown?«Non è stata prevista alcuna restrizione aggiuntiva alle attività sociali ed economiche, mentre il governo ha appena deciso nuove misure di prevenzione, come l’uso della mascherina ovunque, anche all’aperto, ogni volta che si sia in presenza non di congiunti. Bene così: prevenzione, controlli, tracciamenti, tamponi e screening estesi continuano a essere la strada giusta, assieme al rispetto delle regole da parte di tutti. Per questo abbiamo chiesto al governo di rafforzare anche i controlli attraverso le forze dell’ordine. Non dobbiamo tornare al lockdown e questo dipende da tutti noi. E rinnovo anche l’appello a scaricare l’app Immuni».



Quali sono le richieste che le Regioni hanno fatto al governo?«Anzitutto di ripristinare la cabina di regia permanente tra Governo, Regioni, Province e Comuni, la stessa che nei mesi più duri dell’emergenza sanitaria ha garantito il pieno coinvolgimento e la condivisione dei provvedimenti. Un lavoro di confronto e raccordo coi territori indispensabile per assicurare tempestività, coordinamento, scambio di informazioni. Un lavoro che ha pagato, aggiungerei, se è vero che a febbraio eravamo il Paese più colpito e oggi siamo comunque uno tra i più sicuri al mondo. Ora che la curva è tornata a salire è necessario riattivare quella cabina di regia, come ha riconosciuto il governo».

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E quali sono stati i punti di maggior contrasto su cui vi è stato anche detto di no?«Il governo ha prorogato il precedente Dpcm e quindi al momento non ci sono né sì né no. Questo ci dà il tempo per discutere e apprezzo che proprio oggi sia il presidente Conte, che i ministri Speranza e Boccia, abbiano parlato del dialogo Governo-Regioni come di un punto di forza, ringraziando i governi regionali per la “collaborazione proficua”. Lo stesso faccio io. Il Paese ha bisogno di continuare a essere unito, l’emergenza non è finita».

Questa volta Conte è intervenuto sui poteri delle Regioni: la vive come una limitazione? Il governatore Giovanni Toti lo fa.«In questi mesi abbiamo condiviso col governo praticamente tutti i provvedimenti. Già prima potevamo adottare misure solo se più restrittive, se non per particolari materie contenute nel Dpcm che è ancora in vigore. E anche la possibilità per le Regioni di decidere misure “ampliative” condivise col ministro della Salute, contenuta nel decreto legge di ieri, è una strada già percorsa nei mesi scorsi: solo chi è vicino al territorio può cogliere specifiche condizioni e necessità, sapendo che il ministro della Salute verifica che le decisioni regionali non abbiano poi un impatto negativo su altre regioni o l’intero Paese. Valorizzare autonomia, condivisione e coordinamento nazionale è la chiave giusta».

Il Cts ha criticato certe scelte delle regioni: e se alla fine nel governo prevalesse quella linea?«Il Cts svolge una funzione molto importante sul piano scientifico, poi naturalmente le decisioni spettano a chi ne porta la responsabilità. Nella mia regione, per esempio, ogni singolo protocollo e ogni singola decisione è stata presa nel rispetto della legge nazionale e dopo la verifica e la validazione della Sanità. Su questa materia ci si muove con atti e sulla base di risultanze, non di opinioni. D’altro canto stiamo facendo le cose molto seriamente: in Emilia-Romagna in questi giorni siamo arrivati a fare fino a 15 mila tamponi al giorno e raramente scendiamo sotto i 10 mila, abbiamo oltre 80 Usca, le unità speciali di continuità assistenziale, che fanno prevenzione sul territorio, dal 19 ottobre sarà possibile per tutti gli studenti e loro genitori fare il nuovo test sierologico rapido gratuito in farmacia, inoltre abbiamo acquistato 2 milioni di tamponi rapidi per scuole e ambienti di lavoro e 1,4 milioni di dosi di vaccino antinfluenzale, il 70% in più rispetto al 2019».

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Comunque voi governatori andate ognuno per conto vostro: Vincenzo De Luca per la linea dura, Toti per quella soft…«In Conferenza delle Regioni, da presidente ho sempre cercato una linea unitaria nel confronto col governo, trovando grande collaborazione da parte di tutti. Non credo vi siano linee dure o soft, bensì l’esigenza dei presidenti di gestire l’emergenza ognuno alle prese con situazioni differenti nei propri territori. I protocolli che stiamo applicando sono omogenei sul piano nazionale e li abbiamo scritti noi Regioni. Ho la sensazione che si rincorra più la battuta e la polemica occasionale che non il merito e la sostanza. Infatti, se poi chiedo su cosa concretamente le Regioni stiano andando in ordine sparso nessuno mi sa rispondere».