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Edizione del 09/10/2020
Estratto da pag. 1
Coronavirus, Bonaccini: se necessario pronti a più restrizioni, dipende dai comportamenti che adottiamo
Attualitàdi Giulia Antenucci Il 9 Ottobre, 2020Condividi “Le limitazioni di spostamento tra le Regioni non possono essere escluse, nonsi può escludere nulla in questo momento. Dobbiamo difendere il lavoro e lasalute a tutti i costi. La mobilità tra le regioni deve essere salvaguardata,ma la situazione dovrà essere monitorata giorno per giorno. Appena c’è una spiache si accende bisogna intervenire”. Così il ministro degli AffariRegionali Francesco Boccia a “The Breakfast Club” su Radio Capital.“La risalita dei contagi era prevedibile”, dice il ministro, “le terapieintensive sono state rafforzate. Questi sono numeri diversi rispetto a quellidi aprile, anche se il virus c’è e bisogna conviverci. Come governo nonfissiamo nessuna asticella”. E sui test rapidi: “Non è accettabile aspettareore e ore per fare un tampone. Bisogna potenziare i servizi sanitari, stiamolavorando sui test rapidi perché si possano fare ovunque”.“Se il contagio aumenterà e troveremo situazioni più preoccupanti si dovràessere pronti a eventuali maggiori restrizioni. Tutto dipende dai comportamentiche ognuno di noi adotta e dai controlli messi in campo”. Così StefanoBonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, a24Mattino su Radio 24 rispondendo a una domanda su eventuali misure piùrestrittive per la capienza dei mezzi di trasporto pubblico.Nessun rischio di scontro Regioni-Governo, “saremo tutti responsabili, comeabbiamo fatto nella prima fase, quella più drammatica. Dobbiamo fare di tuttoperché non ritorni, non vedo questi rischi” ha aggiunto Bonaccini.“Dobbiamo stare attenti a non tornare indietro, un nuovo lockdown generalizzatoquesto Paese non può permetterselo” ha sottolineato il presidente e a propositodi chiusure di confini regionali, se necessario, Bonaccini risponde che “coi‘se’ e i ‘ma’ si riempiono trasmissioni e giornali ma non si risolvonoproblemi. Di fronte a eventuali ricadute o meno – puntualizza – si discuterà”.Il presidente poi ha commentato le dichiarazioni di WalterRicciardi consigliere del ministro Speranza e professore ordinario di Igieneall’Università Cattolica, secondo il quale qualche regione avrebbe “dormito” inquesti mesi sull’emergenza Covid. “Ricciardi non ha competenze istituzionali –sottolinea Bonaccini – e penso che qualche parola sia stata utilizzata fuoriluogo”.Le dichiarazioni di Ricciardi. Siamo “sulla lama di un rasoio, se noninterveniamo subito tra due o tre settimane rischiamo di ritrovarci come inFrancia, Spagna e Gran Bretagna”. Lo ha detto in un’intervista a La Stampa e IlMessaggero l’8 ottobre Walter Ricciardi, consigliere del ministro Speranza eprofessore ordinario di Igiene all’Università Cattolica.“Se non rinforziamo l’attività di testing con uomini e tamponi, se nonattrezziamo i servizi sanitari in vista dell’influenza siamo nei guai”, spiega,“le persone contagiate devono essere indirizzate esclusivamente nei Covidhospital, ma bisognava aver già allestito Pronto soccorso dedicati ai sospettiCovid e prevedere percorsi separati dentro gli ospedali per evitare pericolosecommistioni. Molte regioni però si sono addormentate e si è fatto poco o nulla.Ora con i ricoveri per influenza negli ospedali si rischia il caos”.I fondi sono stati stanziati, “è una questione di incapacità. Tanto è vero chealcune regioni, come Emilia Romagna e Veneto, si sono attrezzate”. E’necessario per Ricciardi attrezzare un sistema di testing, ricorrendo anche aiprivati “che naturalmente poi faccia rapidamente confluire tutti quanti i datiin un unico flusso”. L’errore maggiore nei mesi scorsi “lo hanno commessopersonalità illustri della politica e della scienza alimentando l’illusione chetutto fosse finito e che il virus si fosse attenuato. Ma se i contagi non siazzerano la curva epidemica inevitabilmente riprende a salire. Tanto più quandosi inducono le persone ad abbassare la guardia”.I numeri ci dicono “che siamo ancora in una fase di contenimento” nella qualerispettando bene le regole “possiamo invertire il trend. Altrimenti saremocostretti a passare alla fase di mitigazione, con chiusure a l
ivello locale”.Con più di 500 casi Campania e Lombardia rischiano di diventare zone arancioni“e questo implicherebbe il divieto di spostamento da e per la regione. Madobbiamo assolutamente evitarlo”. Per quanto riguarda bar e ristoranti, ilproblema “non sono gli orari ma il rispetto delle regole che ci sono già”.Infine secondo Ricciardi per continuare a gestire questa pandemia, farebbecomodo anche il Mes: “Tutti i fondi che possiamo acquisire sono da canalizzarerapidamente per mettere in sicurezza il servizio sanitario nazionale”.