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Dir. Resp.
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Edizione del 06/10/2020
Estratto da pag. 1
Per il governatore dell’Emilia Romagna, “non c’è nulla di più inefficace cheinasprire le misure laddove non si riesce a far rispettare quelle che già cisono”“Più rigore per far rispettare le regole ma non cediamo alla caccia allestreghe. Non c’è nulla di più inefficace che inasprire le misure laddove non siriesce a far rispettare quelle che già ci sono”. Lo dichiara in un’intervistaalla Stampa il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. “L’obbligodelle mascherine all’aperto nelle situazioni in cui non è possibile mantenereil distanziamento c’è già. Tutti devono continuare a dimostrare senso diresponsabilità, rispettando le regole.Dopodichè – dice Bonaccini – nulla in contrario a nuove misure, mirate, perprevenire adesso l’allargamento del contagio, per evitare di dover poi tornarea varare misure ancor più drastiche. Pero’ attenzione: non c’è nulla di piùinefficace che inasprire le misure laddove non si riesce a far rispettarequelle che già ci sono; usiamo rigore per far rispettare regole ragionevoli”.Bonaccini aggiunge: “Continuo a pensare che un forte impianto unitario, insiemea una flessibile differenziazione regionale, sia il modo più efficace perdosare l’intervento su un paese lungo e stretto”. Pertanto per il governatoreemiliano-romagnolo “il contrasto alla pandemia richiede la massimacondivisione, così come la definizione del piano di ricostruzione nazionale perl’utilizzo dei fondi del Recovery Fund ha bisogno della massima partecipazionepossibile, anche dei territori. Non credo che ricentralizzare le funzioni siail modello più efficace. Credo invece si debbano rafforzare le sedi dicondivisione, come la Conferenza delle Regioni e le Conferenze istituzionali(Stato-Regioni e Unificata)”.Tanto che l’esperienza di questi mesi “ci dice che più che una contrapposizioneastratta di prerogative paga la cooperazione tra i livelli istituzionali.L’esempio della sanità è emblematico: servono principi comuni, livelliessenziali delle prestazioni, o unità d’azione, soprattutto davanti a unapandemia”. Per poi aggiungere: “Se avessimo avuto una gestione statale dellasanità qui in Emilia-Romagna sarebbe stato sicuramente peggio. I primi adopporsi ad una centralizzazione sarebbero gli emiliano-romagnoli. Spero sipossa uscire da una certa isteria del dibattito per entrare un po’ più nelmerito”.(Agi)