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Edizione del 02/10/2020
Estratto da pag. 1
Nei bus scolastici ammassati: in attesa di una soluzione è scaricabarile tra ministeri, regioni e presidi. I video da Bergamo, Roma e Napoli
I bus scolastici, ovvero come le cose non dovrebbero andare in questa fase della pandemia. Se a scuola il distanziamento è garantito, un minuto dopo il suono della campanella basta salire su un mezzo che gli studenti delle superiori prendono ogni giorno per tornare a casa o per andare a lezione, per accorgersi che lâ??assembramento è assicurato. Dopo tre settimane dallâ??inizio dellâ??anno scolastico in tempo di Covid non si è ancora trovata una soluzione. Tutti ne sono a conoscenza: al ministero dei Trasporti (Mit) ammettono che il problema esiste; in viale Trastevere rimarcano che il Miur si occupa di ciò che avviene dentro le mura degli istituti ma restano comunque in costante collegamento con il Mit; le Regioni chiedono un â??tagliandoâ? e denunciano il fatto di non essere più state convocate su questo tema da fine agosto. E poi ci sono i presidi che raccolgono le segnalazioni delle famiglie e degli studenti ma alzano le mani al cielo sperando che intervengano gli enti locali.

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La questione riguarda lâ??intero Paese: gli studenti viaggiano stipati come sardine. Certo con la mascherina. Certo câ??è pure il gel allâ??ingresso del bus ma poi non câ??è alcun distanziamento e la capienza massima dellâ??80% sembra essere solo una percentuale scritta nellâ??allegato 16 delle linee guida per il trasporto scolastico dedicato. Dâ??altro canto va ricordato che nelle stesse linee guida non è citato alcun distanziamento. Il documento redatto dal Mit sembra più un libro dei sogni rispetto alla realtà che stanno vivendo gli studenti. Tra le indicazioni spunta anche questa: â??La salita degli alunni avverrà evitando alla fermata un distanziamento inferiore al metro e avendo cura che gli alunni salgano sul mezzo in maniera ordinata facendo salire il secondo passeggero dopo che il primo si sia sedutoâ?.

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Parole che non sembrano tradursi nella realtà. Lo sanno bene i dirigenti scolastici che hanno il polso della situazione: â??Si richiama la scuola ad evitare assembramenti e poi basta andare davanti agli istituti o alle pensiline dei bus per vedere folle di genitori o di studenti. Ci vorrebbero dei vigili urbani, dei volontari ad evitare queste situazioniâ?, spiega il presidente dellâ??Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. Il numero â??unoâ? dei capi dâ??istituto ha raccolto diverse segnalazioni dai colleghi in merito agli autobus che viaggiano molto pieni: â??Le scuole stanno scaglionando gli orari dâ??ingresso ma lâ??ente locale deve fare da snodo tra noi e le aziende di trasporto. Se nella zona di una città, insistono più scuole, è chiaro che ci devâ??essere un raccordo tra tuttiâ?. Il problema a detta del ministero dei Trasporti sembra essere proprio quello degli orari: â??Serve una maggiore comunicazione â?? spiegano negli uffici della ministra Paola De Micheli â?? tra le scuole e le aziende di trasporto in merito agli orari dâ??ingresso e uscita dalle scuole. Finora, in molte realtà, la risposta dei mezzi non è stata adeguata. Serve un passaggio di informazioni in tempo utileâ?.

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Al Mit assicurano che stanno monitorando la situazione attraverso un tavolo permanente con le società di trasporto e sul caso dei bus strapieni garantiscono di essere al lavoro per trovare una soluzione coinvolgendo il ministero dellâ??Istruzione: â??Gli uffici scolastici territoriali devono assicurarsi che le scuole diano le informazi
oni corrette e in tempi giuste alle aziendeâ?. Un piano non condiviso da Giannelli: â??Noi presidi non dobbiamo dire proprio nulla alle società di trasporto. Il passaggio devâ??essere scuola-ente locale-aziendeâ?. In viale Trastevere, intanto, sulla questione rispondono in politichese: â??Le nostre strutture se si rivela un problema lo segnalano a chi di competenza. Câ??è una relazione tra Mit e Miurâ?. Non lo dicono esplicitamente ma lo fanno capire: noi ci occupiamo di ciò che avviene dentro le scuole. Il trasporto è un problema di altri. A chiedere un â??tagliandoâ? è invece Cristina Grieco, coordinatrice all’Istruzione della Conferenza delle Regioni: â??Da quando la scuola ha riaperto non câ??è stato più alcun incontro tra noi e i ministeri in questione. Ora abbiamo la necessità di fare il punto della situazione come si sta facendo per i tamponi rapidi. Gli orari scolastici si stanno definendo in questi giorni con lâ??arrivo del personale docente. Eâ?? il momento giusto per intervenireâ?.

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