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Dir. Resp.
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Edizione del 02/10/2020
Estratto da pag. 1
Richiedere il tampone non ? un atto di poco conto per il Pediatra
[front6785018]02 OTT - Gentile Direttore,abbiamo letto con stupore la lettera al direttore pubblicata dal QuotidianoSanità del 30 settembre a nome di Filippo Festini, infermiere e professoreassociato di infermieristica pediatrica. Come presidente della Società Italianadelle Cure Primarie Pediatriche (SICuPP), che raccoglie circa 2.000 Pediatri diFamiglia, mi corre l'obbligo di alcuni commenti e precisazioni. La prima considerazione è prettamente tecnica, ovvero riguarda l’esecuzione deltampone; il tampone nasofaringeo è una metodica modicamente invasiva e che creasicuramente disconfort al bambino, tanto maggiore quanto più piccolo esso è. Lasua corretta esecuzione (e quindi la minimizzazione del rischio) deve esseregarantita dalla professionalità del sanitario che lo esegue, oltre che dall’usodei corretti strumenti. Sporadiche segnalazioni di incidenti durante la tecnicanon possono inficiare l'importanza di fare un largo numero di prelievi ai finidella ricerca del coronavirus! Noi pediatri siamo abituati ad eseguire manovre anche non piacevoli neibambini; il coinvolgimento dei genitori è fondamentale, per garantire lacorrettezza del prelievo, la rapidità di esecuzione e soprattutto per ridurreil disagio del piccolo paziente. Qualora fosse messo a punto un dosaggio ditipo “molecolare” anche su piccole quantità di saliva, questo potrebberappresentare sicuramente un passo avanti per l’uso nei bambini. Il secondo aspetto riguarda il numero dei tamponi che viene richiesto aibambini. Il Pediatra di Famiglia non può esimersi da richiedere il tamponequalora si presenti uno dei sintomi che sono elencati nel rapporto n° 58dell’Istituto Superiore di Sanità (versione 28 Agosto 2020), approvato dallaConferenza delle Regioni, inserito nel DPCM del 9/9/2020 e pubblicato nellaGazzetta Ufficiale Serie Generale 222 del 9-9-2020 e quindi con valore dilegge. Nel documento si afferma che deve essere fatto il tampone ai fini dellariammissione in comunità ogni qual volta il bambino presenti una serie disintomi che includono anche la “rinorrea/congestione nasale”, ovvero anche ilbanale raffreddore, così comune nei bambini piccoli che frequentano la scuola.Sempre il suddetto documento recita che nel caso che il bambino vengaallontanato dalla scuola oppure che il sintomo si manifesti a casa, il Pediatradi Famiglia, contattato dai genitori, DEVE richiedere il tamponetempestivamente, attivando il Dipartimento di Prevenzione. Questo ai fini di individuare i soggetti eventualmente COV-19 positivi masoprattutto per redigere (in caso di negatività) l’attestazione per lariammissione alla scuola dell’infanzia primaria e secondaria; in taleattestazione si afferma che “è stato seguito il percorso diagnosticoterapeutico e di prevenzione per COV-19 come disposto da documenti nazionali eregionali”; se questo non fosse stato fatto il medico affermerebbe il falso.Ovviamente il medico è tenuto all’osservanza di eventuali indicazioniregionali, anche se la proliferazione di diverse interpretazioni a livelloperiferico ha notevolmente complicato il quadro. Inoltre, a parte questo inderogabile obbligo legislativo, vi sono chiaremotivazioni sanitarie per limitare l’accesso agli studi medici di bambiniammalati e quindi potenzialmente affetti da COV-19; il setting ambulatoriale èben diverso da quanto avviene nel Pronto Soccorso dove sono previsti percorsidifferenziati:” sporchi “per i bambini con sintomi sospetti e “puliti” per chiarriva con altre problematiche non COV correlate, e comunque non sono previstiaccessi per bambini sani. Al contrario noi Pediatri di Famiglia eseguiamo moltevisite anche in bambini sani, essendo parte integrante del nostro mandatol’esecuzione dei bilanci di salute, dei controlli di crescita, degli screeninge delle vaccinazioni. Per questo il Pediatra di Famiglia deve essere ancora più attentonell’accogliere in studio bambini con sintomi sospetti per COV-19, a causa delrischio di diffusione del contagio e della possibile sospensione dell’attivitàambulatoriale se il tampone di uno di questi bambini risultasse positivo dopol’esecuzione de
lla visita. Inoltre, il triage telefonico e il teleconsulto sonospesso sufficienti a dare risposte complete alle piccole patologiesimil-influenzali. Al momento che il tampone fosse eseguito rapidamente e fossenegativo, è ovvio che il Pediatra potrà ricevere nello studio anche il bambinocon sintomi simil COV-19, per mettere in atto tutti i provvedimenti del caso. Richiedere il tampone non è un atto di poco conto per il Pediatra perché, oltrele complicazioni legate alle più disparate e farraginose modalitànell’inoltrare tale richiesta, deve convincere le famiglie dell’importanzadell’esame, pur avendo il bambino una sintomatologia molto lieve. Anche qui iprogressi delle tecniche di rilevazione del virus, con la messa a punto di“test rapidi” comparabili come sensibilità e specificità al classico testmolecolare, potranno rappresentare un grande aiuto sia per l’uso neltracciamento dei contatti nelle scuole che per il pediatra nella gestione delsingolo caso. L'ultima considerazione è di ordine scientifico; è evidente che l'impostazioneche è stata finora data dalle istituzioni è estremamente protettiva per ilmondo della scuola, per i bambini ma anche per gli insegnanti e per ilpersonale in genere. Che questo avrebbe determinato un sovraccarico del sistemaa causa delle numerosissime richieste dei tamponi era facilmente prevedibile enoi Pediatri di Famiglia lo abbiamo detto e scritto sin dai primi giorni.Speriamo che l’analisi dei dati relativi ai sintomi e ai risultati dei tamponieffettuati, raccolti in questi primi mesi diano la possibilità di creare flowchart di diagnosi più “agevoli” e meno impegnative per tutti. Allo statoattuale delle cose, il Pediatra non può che attenersi alle normative nazionalie regionali. Poiché durante i mesi freddi i bambini hanno spesso sintomi alle vierespiratorie superiori che non dipendono dal COV-19 ma molto più frequentementeda altre infezioni, è importante secondo la SICuPP una revisione da parte delComitato Tecnico Scientifico dell'Istituto Superiore di Sanità dei criteri perla esecuzione del tampone e una migliore definizione di quali costellazioni disintomi lievi (ad es. raffreddore e/o mal di gola con o senza tosse leggera)permettano ancora di frequentare le strutture scolastiche, anche al fine diridurre l’esecuzione ripetuta di procedure diagnostiche a volte fastidiose peri bambini, ridurre il disagio (anche lavorativo) delle famiglie e risparmiarepreziose risorse al Sistema Sanitario.Dr. Paolo BecherucciPresidente SICuPP 02 ottobre 2020