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Edizione del 23/09/2020
Estratto da pag. 1
Salvini sotto il fuoco amico. "Non sa guidare coalizione, sua demagogia miglior puntello a Conte" | Il Primato Nazionale
Nel centrodestra dopo le regionali mal di pancia e accuse contro Salvini come leader della coalizioneIl Primato Nazionale
Roma, 23 set – Matteo Salvini è (ancora) il leader del centrodestra e in questa ultima tornata elettorale ci ha più di tutti messo la faccia, nelle piazze e nei selfie, con una sovraesposizione à la Berlusconi dei tempi d’oro. Ecco perché dopo la sconfitta in Toscana, Campania e Puglia nella coalizione scoppiano i mal di pancia e fioccano le critiche per il segretario della Lega, che ha cercato di fare delle regionali una sorta di referendum sulla sua leadership. Anche perché l’ex ministro dell’Interno per primo ha messo in evidenza gli errori compiuti dal centrodestra al sud, dando la stura alle critiche interne alla coalizione.

Il governatore della Liguria Giovanni Toti, appena rieletto, in un’intervista al Corriere della Sera si lamenta del leader della Lega: “Un candidato premier come Matteo – dice Toti – deve avere a cuore i numeri della coalizione, non solo quelli del suo partito. Deve intestarsi le vittorie, come faceva molto bene Berlusconi, e non gioire solo per un consigliere in più della Lega o un suo candidato al ballottaggio“. Secondo Toti a Salvini manca il polso da vero leader. “Per essere il capo, servono due cose. I numeri e la capacità di gestire la coalizione. I primi ci sono, la seconda per ora no. Matteo potrebbe essere l’architetto del centrodestra, ma al momento non mi risulta che abbia alcun progetto. Si concentra solo sulle sue battaglie, va per conto suo. Non ascolta chi gli vuole bene. E a forza di dare spallate, finisce per rimediare una lussazione dopo l’altra“, è l’accusa del governatore ligure. Ma Toti critica anche Forza Italia: “Oggi è come se fosse una macchina gloriosa ma vecchia, parcheggiata su un passo carraio che ostruisce sia l’entrata che l’uscita dalla casa dei moderati”, conclude.

Ci va giù pesante invece Andrea Cangini di Forza Italia: per lui il leader della Lega “scarica la responsabilità delle sconfitte in Campania e Puglia sugli alleati, glissa sulle proprie colpe in Toscana, teorizza candidature civiche che non pratica: Matteo Salvini appare annebbiato, di sicuro incapace di calarsi nei panni di leader del centrodestra. La sua demagogia si conferma il miglior puntello al governo Conte. Cosa aspetta Forza Italia a rientrare nei propri panni?”, si chiede il senatore.

E’ un ex leghista infine a tracciare il ritratto più inclemente di Salvini: “Ha perso il tocco magico che ha avuto negli ultimi 2-3 anni, perché la gente si è resa conto del bluff propagandistico con scarsi contenuti nella sua azione politica. Sta perdendo consenso a favore della Meloni perché se devo scegliere tra la fotocopia e l’originale scelgo l’originale”. Così Gianluca Pini, ex parlamentare della Lega Nord, ai microfoni della trasmissione L’Italia s’è desta su Radio Cusano Campus. L’ex segretario nazionale della Lega Nord Romagna, autonomista convinto, è un avversario della prima ora dell’ex ministro dell’Interno: ”Penso ci sia voglia di autonomia non solo al nord. Il voto consegna anche il fallimento di questo tentativo di Salvini di sostituirsi alla vecchia Alleanza nazionale, non sfonda al sud e perde consensi al nord. Le chiacchiere, i social, la nutella e tutte queste cazzate qui non influiscono quando la gente si deve confrontare con le difficoltà quotidiane ed è chiamato alle urne”, conclude Pini.

Adolfo Spezzaferro