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Edizione del 19/09/2020
Estratto da pag. 1
ELEZIONI REGIONALI PUGLIA/ Emiliano-Fitto, Travaglio fa il Montanelli in aiuto del Pd
“Turatevi il naso e votate disgiunto”, sostiene ieri nel suo editoriale MarcoTravaglio, rivolto al suo pubblico privilegiato, il popolo dei 5 Stelle. Uninvito esplicito a non perdersi in chiacchiere e andare a votare per MicheleEmiliano in Puglia e per Giani in Toscana. Poche ore prima in una piazza diBari Alessandro Di Battista, il leader in perenne “anno sabbatico” dell’alafondamentalista del Movimento 5 Stelle, vomitava un comizio di fuoco contro ilgovernatore pugliese uscente, lasciando scritto a futura memoria il suo nettodissenso nei confronti dei vertici nazionali che hanno abbandonato al propriodestino Antonella Laricchia, la candidata locale pentastellata. Dall’altraparte della stessa città appariva invece in video il sindaco di Milano BeppeSala che, intervenendo alla manifestazione promossa dalle Sardine e da NichiVendola, ha dato un pieno, convito e inaspettato sostegno ad Emiliano.Succede tutto questo in Puglia, la regione dove si gioca il punto piùimportante della partita elettorale di domenica prossima. E il match point èsaldamente nelle mani di Michele Emiliano. “Non voglio fare il solito giro diparole che si usa alla vigilia di un voto – dice apertamente ClaudioStefanazzi, l’uomo più vicino al governatore e coordinatore delle principaliliste civiche a suo sostegno – ma qui vinciamo senza ombra di dubbio. Ildistacco in queste ore si è decisamente ampliato. Le forze che sono scese incampo a sostegno di Michele stanno facendo un lavoro eccezionale e non riesco asegnalare un solo problema di qualsiasi tipo. Il tanto famigerato ‘centrodestraunito’ praticamente non c’è, non fa campagna elettorale. Del resto il lorocandidato concluderà la sua a Lecce, nel cortile di casa, con 100 sedie almassimo”.Sembra che dietro questa scelta di una campagna decisamente “low profile” delcandidato Fitto ci sia il solito Daniel Fishman, che ritroviamo anche qui neipanni dello stratega. È stato lui a convincere i partiti del centrodestra aconcentrarsi esclusivamente sui simboli delle liste, facendo fare un passoindietro ai candidati. Una scelta coraggiosa – in una regione del Sud direimolto rischiosa – oltre che rivelatrice della consapevolezza di una certadebolezza della scelta fatta. Salvini lo aveva detto che Fitto non era ilcandidato giusto, ma nessun ha voluto ascoltarlo.Fishman è stato anche lo spin-doctor della campagna dello scorso anno per leregionali di Bonaccini. Strani intrecci. Non è la prima volta che in Pugliadevono fare i conti con le relazioni trasversali del presidentedell’Emilia-Romagna. “L’altro giorno, in piena campagna elettorale, Bonacciniha tentato di far passare un documento in conferenza delle regioni da dovespariva l’indicazione precisa delle risorse da destinare al Sud – rivelaStefanazzi. Un comportamento quello di Bonaccini davvero fuori luogo, inaccordo con gli altri presidenti leghisti del Nord, e sventato solo grazie allarisposta immediata di Puglia e Campania, che hanno guidato tutte le regioni delSud – presidenti del centrodestra compresi – ed hanno impedito il colpo dimano”.Stefanazzi pensa già al dopo e non nasconde l’obiettivo di un più forte ruolodella Puglia a livello nazionale. “In accordo con la Campania e con De Luca”.Questa idea di una specie di consolato per il Sud è decisamente una notizia. Inquesti ultimi 5 anni sono state davvero rare le occasioni di incontro tra diloro, e quasi mai si sono condotte battaglia in comune.Emiliano, come De Luca e gli altri presidenti in carica, è stato in prima lineadurante le operazioni di contrasto all’epidemia, e sicuramente ha visto ancheper questo accrescere consensi e visibilità. Pochi giorni fa oltre 300imprenditori si sono presentati in Fiera e hanno incontrato il governatore conil ministro Gualtieri. Se negli anni precedenti l’ex magistrato era trattatopraticamente da intruso sia da Renzi che dai suoi ministri, a cominciare daCalenda, oggi l’intesa con tutto il governo Conte e con lo stesso presidentedel Consiglio è totale. Per questo motivo vincere in questa regione, con questacoalizione, avendo contro Italia Viva e le frange estreme d
el grillismo, hadavvero il sapore di una vittoria finale: punto, gioco, partita, verrebbe dadire.Nel contesto meridionale la Puglia rappresenta da anni effettivamente unmodello positivo. Per troppi anni è stata declassata a mero esempio usato perparlare di un Mezzogiorno “a macchia di leopardo”, per dire che non tutto ilSud era uguale, che si potrebbe fare di più. Ma mai nessuno ha assunto fuoridalla Puglia questa regione come il modello valido per tutti. Eppure irisultati sono oggettivi e difficilmente confutabili. Soldi europei ben spesi,terra di innovazione e di startup, sede di importanti aziende della greeneconomy, un settore turistico all’avanguardia e con numeri (fino all’epidemia)assai superiori alla media, un fortissimo comparto agro-alimentare che esportain tutto il mondo. Se davvero si farà – come sembra ormai deciso con 20 anni diritardo – l’alta velocità tra Napoli e Bari si potrebbe davvero creare uncontesto unico, aprire un corridoio tra il Tirreno e l’Adriatico in grado didare molta più forza alla prospettiva di uno sviluppo della logistica e dellamobilità delle merci, di quel Sud ‘piattaforma nel Mediterraneo’ cheimmaginiamo spesso ma che stentiamo a credere possibile.Emiliano può risultare antipatico, per i suoi modi bruschi, le sue polemiche avolte eccessive, il suo decisionismo intriso di paternalismo. È attaccato perbattaglie assai controverse come il destino dell’Ilva di Taranto e la posizionesulla Xylella. Spesso dimentichiamo la durezza di questi anni. La debolezzadelle nostre istituzioni, in particolare nel Sud. Ma ci sarà pure una ragioneper cui in sostituzione di partiti, sindacati, corpi intermedi, e via dicendo,sono emersi leadership con queste caratteristiche. E domandiamoci – dall’altodelle nostre certezze – cosa saremmo oggi senza di loro.© RIPRODUZIONE RISERVATA