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Edizione del 14/09/2020
Estratto da pag. 1
In arrivo 9.500 infermieri di famiglia (e per le scuole): "Manca un contratto ad hoc"
Otto ogni 50.000 abitanti, ma il rischio è che “dell’esercito” di 9.500infermieri di famiglia pronti a prendere servizio come previsto dalla legge 77di quest’anno, verrà destinato alle famiglie solo uno su 50.000 abitanti.“Serve subito una modifica alle linee guida appena approvate dalle Regioni perquesta figura professionale perché già 8 sono pochi, prevederne uno solosarebbe un errore”. Così il presidente del sindacato infermieri italiani,Nursing up, Antonio De Palma (nella foto sotto).[a-antonio-de-palma]I professionisti ci sonoE con la riapertura delle scuole e del possibile coordinamento con ilresponsabile Covid degli Istituti scolastici sottolinea: “Gli infermieri cisono, si può iniziare, posto che le Regioni non giochino sui numeri”. De Palmacontesta che nelle linee guida per l’introduzione dell’infermiere di famiglia edi comunità, approvate il 10 settembre scorso dalla Conferenza delle Regioni edelle Province autonome si faccia riferimento a “‘un massimo di 8 infermieri daimpiegare ogni 50.000 abitanti'”.“Adeguare linee di indirizzo”“Questo significa lasciare alle aziende sanitarie la possibilità di spaziarecome vogliono, se lo ritengono, utilizzando da uno a otto infermieri per unnumero stratosferico di cittadini, pari a 50.000. Quel numero di otto unitàogni 50.000”, prosegue De Palma, “deve essere considerato come il numerospecifico di infermieri di famiglia da mettere in campo, la legge lo consente,anche se lascia discrezionalità alle Regioni, e le linee di indirizzo avrebberodovuto cogliere l’occasione per evitare una interpretazione al ribasso da partedi queste ultime”.