quotidianosanita.it
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 7999
Edizione del 09/09/2020
Estratto da pag. 1
Infermiere di famiglia. Ce ne sarà uno ogni 6.000 abitanti, saranno alle dipendenze dei distretti ma lavoreranno in sinergia con i medici di famiglia. In arrivo le linee guida delle Regioni
di Luciano FassariFormulato dalla commissione Salute un documento che definisce ruolo, ambito ecompiti dell’infermiere di famiglia istituito dal Dl Rilancio. Previstel’assunzione di 9.600 unità. La fascia di popolazione anziana con patologiecroniche sarà il target preferenziale di assistenza. Aiuteranno le Usca neltracciamento e monitoraggio dei casi di COVID-19 e collaboreranno con Medici diMedicina Generale e Igiene Pubblica e nelle campagne vaccinali. IL DOCUMENTO[front116567]09 SET - Com’è noto con l’ultimo Decreto Rilancio è stata istituita la figuradell’infermiere di famiglia/comunità. Ma sul ruolo e compiti la legge non è chedicesse molto ma dato che le Regioni potranno assumerne 9.600 (in media unoogni 6.250 abitanti) era chiara l’esigenza di definire alcune linee d’indirizzoche stabilissero proprio ruolo, compiti, competenze, formazione e modalità direclutamento. Per questo motivo un sottogruppo tecnico della Commissione Saluteha elaborato un documento ad hoc, sentite anche Fnopi e Fnomceo e che domanidovrebbe essere all'attenzione dei governatori in Conferenza delle Regioni. La sintesi delle Linee d’indirizzo: Definizione di Infermiere di famiglia/comunità: è un professionistaappositamente formato, che ha un forte orientamento alla gestione proattivadella salute e opera rispondendo ai bisogni di salute della popolazione di unospecifico ambito territoriale e comunitario di riferimento, favorendol’integrazione sanitaria e sociale dei servizi. Opera sul territorio, a secondadei modelli organizzativi regionali, diffonde e sostiene una cultura diPrevenzione e Promozione di corretti stili di vita, si attiva perl’intercettazione precoce dei bisogni e la loro soluzione. Garantisce unapresenza continuativa e proattiva nell’area/ambito comunità di riferimento,fornisce prestazioni dirette sulle persone assistite qualora necessarie e siattiva per facilitare e monitorare percorsi di presa in carico e di continuitàassistenziale in forte integrazione con le altre figure professionali delterritorio, in modo da rispondere ai diversi bisogni espressi nei contestiurbani e sub-urbani. Contesto organizzativo: l’infermiere di famiglia è inserito all’interno deiservizi/strutture distrettuali e garantisce la sua presenza coerentemente conl’organizzazione regionale e territoriale (Case della Salute, domicilio, sediambulatoriali, sedi e articolazioni dei Comuni, luoghi di vita e socialitàlocale ove sia possibile agire interventi educativi, di prevenzione, cura edassistenza). Agisce nell’ambito delle strategie dell’Azienda Sanitaria edell’articolazione aziendale a cui afferisce, opera in stretta sinergia con laMedicina Generale, il Servizio sociale e i tutti professionisti coinvolti neisetting di riferimento in una logica di riconoscimento delle specificheautonomie ed ambiti professionali e di interrelazione ed integrazionemultiprofessionale. Target di popolazione: L’infermiere di comunità, presente nel territorio concontinuità, è di riferimento per tutta la popolazione (ad es. per soggettianziani, per pazienti cronici, per istituti scolastici ed educativi che seguonobambini e adolescenti, per le strutture residenziali non autosufficienti, ecc…)anche se viste le caratteristiche epidemiologiche e il profilo demograficonazionale, la fascia di popolazione anziana con patologie croniche, risultaessere un target preferenziale. Inoltre in particolari condizioniepidemiologiche, quale quella da COVID-19 attuale, il suo intervento può essereorientato alla gestione di un target di popolazione specifica, ad es. per iltracciamento e monitoraggio dei casi di COVID-19 coadiuvando le USCA, incollaborazione con Medici di Medicina Generale e Igiene Pubblica e nellecampagne vaccinali. Standard di personale a risorse vigenti: massimo 8 infermieri ogni 50.000abitanti. Competenze e Formazione: Le competenze richieste sono di natura clinicoassistenziale e di tipo comunicativo-relazionale. L’infermiere di famiglia devepossedere capacità di lettura dei dati epidemiologici e del sistema-contesto,deve avere un elevato grado di conoscenza del sistema della
Rete dei Servizisanitari e sociali per creare connessioni ed attivare azioni di integrazioneorizzontale e verticale tra servizi e professionisti a favore di una rispostasinergica ed efficace al bisogno dei cittadini della comunità. I requisitiformativi previsti sono da definire con un ordine temporale differenziato. Seda un lato si riconosce la necessità di considerare rilevante prevedere unpercorso di formazione specifica con l’acquisizione di titoli accademici (ad esmaster in Infermieristica di famiglia e Comunità) dall’altro occorreconsiderare fondamentale avviare tempestivamente l’organizzazionedell’assistenza territoriale come indicato dalla L. 77/2020. Si ritiene quindi necessario individuare infermieri per i quali sia possibilevalorizzare l’esperienza acquisita, la motivazione e l’interesse all’ambitoterritoriale dell’assistenza. A titolo di esempio avere un’esperienza (almenodue anni) in ambito Distrettuale/territoriale, domiciliare o con esperienza dipercorsi clinico-assistenziali (PDTA), di integrazione ospedale-territorio, dipresa in carico di soggetti fragili. Altresì si ritiene necessario avviareiniziative di formazione aziendale, sulla base di indicazioni regionali, chepermettano di formare, in tempi brevi, anche con modalità blended e formazionesul campo, infermieri per questa nuova forma di attività assistenzialeterritoriale. Tale formazione potrà essere riconosciuta e considerata anche aifini dell’eventuale accesso successivo a percorsi accademici. Reclutamento del personale: utilizzo di forme di lavoro autonomo anche dicollaborazione coordinata e continuativa, con decorrenza dal 15 maggio 2020 efino al 31 dicembre 2020 o alternativo utilizzo di graduatorie valide perassunzione a tempo indeterminato/determinato. Occorre favorire modalità checreino maggior stabilità nello sviluppo del modello organizzativo e permettanodi valorizzare gli investimenti formativi messi in campo. Si raccomanda diadibire prioritariamente alla funzione di IF/C il personale infermieristico conelevata motivazione ed orientamento al modello di sviluppo territorialedell’assistenza e già in possesso del profilo di competenze acquisito conmaster/corsi di formazione specifici o con competenze specifiche sviluppate sulcampo a seguito della sperimentazione locale di modelli di presa in caricoproattiva della popolazione nel territorio. Valutazione esiti: si conviene di avviare, anche in collaborazione con la FNOPIun lavoro di approfondimento finalizzato ad individuare indicatori degli esiticorrelati all’attività. Luciano Fassari09 settembre 2020