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Edizione del 08/09/2020
Estratto da pag. 1
La Strada e Riabitare Reggio per Pazzano sindaco: “Il Ponte sarebbe un’opera irreversibilmente dannosa. Lo Stretto è patrimonio dell’umanità”
Tweet"Jole Santelli festeggia come una "grande vittoria" l'inserimento del progettodi realizzazione del Ponte sullo Stretto nel Piano straordinario diinfrastrutturazione da parte della Commissione affari finanziari dellaConferenza delle Regioni su proposta di Sicilia e Calabria.Definire "grande vittoria" la concreta possibilità che in un (non si sa quanto)prossimo futuro l'ecosistema dello Stretto venga sconvolto per sempre da unintervento mastodontico, dalle criticità ingegneristiche ingenti e dall'impattoambientale devastante, significa non avere rispetto per uno dei luoghi piùscenografici d'Europa e del Mondo, per una meraviglia paesaggistica chemeriterebbe tutela e cura instancabili. Significa non avere lungimiranza,ricercare sempre un'economia predatoria fatta di investimenti e opere che, unavolta completate (ma il ponte lo sarà mai?), lasciano disoccupazione enient'altro.Diversamente, bisogna guardare allo Stretto come a un patrimonio da valorizzareattraverso un intervento sul lungo periodo, che generi lavoro costante con ilturismo e un piano reale dei trasporti. Non a caso, tra i punti qualificantidel nostro programma, c'è l'idea dello Stretto come Patrimonio Unesco. Unpatrimonio non solo dei reggini e dei messinesi, ma dell'intera umanità.Devastare tutto questo per un'opera anacronistica, secondo una visioneottocentesca del rapporto tra una comunità e il suo ambiente di vita, significanon solo non avere visione, ma avere gli occhi offuscati da un coacervo diinteressi economici, incuranti tra l'altro del ridottissimo volume di trafficoche il Ponte andrebbe a servire.La nostra militanza No Ponte non si cancella, anzi, si è messa per Strada, perprendersi cura dello Stretto, per imparare a riabitarlo, per difenderlo da chi,a ondate regolari, ambisce a deturparne l'incanto. Chiediamo pertanto, aisindaci calabresi e siciliani, e in primis a quelli dell'Area dello Stretto, diopporsi fermamente a questa decisione, presa ancora una volta senza rispettoper le comunità e per i loro più autentici bisogni. Noi, mentre ci proponiamoper Palazzo San Giorgio, prendiamo già questo impegno. La qualità della vita simisura anche, anzi, oseremmo dire soprattutto, dalla parte di bellezza che ci èdata in dono. La meraviglia dello Stretto è gratuita, come tutti i tesori piùautentici, e noi intendiamo consegnarla all'umanità piuttosto che agliinteressi miopi di pochi.Ovviamente, il tema della mobilità sullo Stretto è per noi centrale, investe lacontinuità territoriale e una migliore integrazione sociale ed economica dellecomunità dell'Area Metropolitana dello Stretto. Nel nostro programma si ritrovail potenziamento dei servizi di traghettamento verso Messina e le Eolie, contariffazione agevolata per i residenti, prevedendo, inoltre, l'istituzione diuna flotta intermunicipale, che mandi in soffitta il predominio del privatonella gestione dell'attraversamento dello Stretto.Voler risolvere il problema della mobilità sullo Stretto attraverso il Ponte opensare che quest'ultimo possa rappresentare un'opportunità di crescitaeconomica per il Mezzogiorno significa mistificare la realtà di un'operairreversibilmente dannosa sia per l'ambiente sia per le prospettive di sviluppodi Calabria e Sicilia.È persino superfluo ricordare la complessa situazione geologica e sismica delloStretto di Messina. Si tratta infatti dell'area geologicamente e tettonicamentepiù attiva del Mediterraneo centrale, ciò che comporta ovviamente ingentiproblemi rispetto alla messa in opera della struttura. Oltre a ciò, vi ènaturalmente il tema dello sconvolgimento che il Ponte arrecherebbe alpaesaggio e alle componenti ambientali dello Stretto.Ancora, il Ponte si rivelerebbe come un investimento inutile per il territorioproprio per la trasformazione in atto della mobilità e per il trend deglispostamenti sullo Stretto. I flussi previsti sul Ponte sono infattisovradimensionati, soprattutto in una prospettiva di mobilità dolce, cheminimizzi l'impatto ambientale del trasporto su gomma e viri verso un trasportomultimodale. In questo senso, la svolta green privilegia le autos
trade del maree l'intermodalità tra navi e treni. Il potenziamento di una flotta di traghettirisulterebbe perciò una soluzione ottimale e in linea con l'evoluzione dellamobilità su scala globale. È chiaro che gli unici flussi attratti dal Pontesarebbero quelli finanziari, sempre più copiosi, tra l'altro, per un'opera chenon dovesse concludersi mai. Al danno si aggiungerebbe così la beffa, come difrequente avviene alle nostre latitudini.La domanda di mobilità di persone e merci da e verso la Sicilia si è modificatanotevolmente negli ultimi decenni. Per quanto riguarda la mobilità dellepersone occorre distinguere la mobilità "locale" nell'Area dello Stretto,costituita soprattutto dai pendolari tra le Città di Reggio Calabria e Messina,e la mobilità di "media e lunga distanza". Quest'ultima, ormai, utilizza inmassima parte il trasporto aereo per i propri spostamenti, per cui andrannopreviste tariffe sempre più agevolate per garantire la continuità territoriale.Per quanto riguarda la mobilità "locale", invece, sarebbe auspicabile untrasporto veloce via mare tra i principali centri dell'Area dello Stretto(Reggio Calabria, Messina, Catania, Isole Eolie), anche a servizio delladomanda turistica che si andrebbe a potenziare e sostenere, creando unaDestinazione Turistica Sostenibile dell'Area dello Stretto.Per quanto riguarda la mobilità delle merci occorre completare e potenziarel'attuale sistema basato sull'integrazione intermodale tra trasportoferroviario, trasporto stradale e trasporto via mare. Le attuali autostrade delmare tra i porti della Sicilia e i porti dell'Italia continentale vannopotenziate e sostenute anche in funzione della normativa vigente in materia disicurezza dei trasporti su gomma (es. limitazione delle ore di guida).Prima di assumere la decisione di realizzare o meno il Ponte, è necessario,così come previsto dalle leggi, realizzare uno studio di fattibilità aggiornatoad oggi, che comprenda l'analisi costi-benefici dell'infrastruttura in tutte lesue dimensioni di sostenibilità, economica, sociale ed ambientale, con ilcoinvolgimento diretto delle istituzioni e delle comunità dell'Area delloStretto". Lo affermano attraverso una nota "La Strada" e "Riabitare Reggio".Tweet