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Edizione del 01/09/2020
Estratto da pag. 1
Milano, 1 settembre 2020 - L’assessore regionale ai Trasporti, Claudia Maria Terzi, non nasconde il rischio di «disagi con la ripresa dell’attività scolastica, soprattutto in relazione ai grandi numeri che caratterizzano la Lombardia». Disagi anche con una capacità di riempimento dell’80% dei mezzi, soluzione di compromesso tra il 100% chiesto dalle Regioni e le valutazioni del Comitato Tecnico Scientifico nazionale che invece spingevano per un approccio più prudente. Una questione spinosa, quella del distanziamento sui mezzi pubblici e dell’organizzazione del trasporto pubblico locale, che ha tenuto banco per tutto agosto e ieri è approdata prima davanti alla Conferenza delle Regioni e poi nella Conferenza unificata con il Governo. Un tassello fondamentale anche per la ripresa delle lezioni in presenza nelle scuole. «Le Regioni hanno condiviso le ‘linee guida’, punti essenziali e imprescindibili per cercare di garantire il servizio», ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, al termine della Conferenza delle Regioni del pomeriggio.
Una linea comune sintetizzata dall’assessore ai Trasporti, Claudia Maria Terzi. «Fondamentale – ha spiegato – è il tema della ‘capacità di riempimento’ all’80% dei mezzi. Una soluzione che è da considerarsi come un compromesso tra le nostre richieste, che puntavano al 100%, e le valutazioni del Comitato Tecnico Scientifico nazionale. Altro elemento molto importante è che queste regole vengano applicate a tutto il trasporto pubblico locale, senza distinzione tra urbano, extraurbano e servizio ferroviario regionale». Poi c’è il nodo delle risorse, altro tema al centro del dibattito Regioni-Governo. Terzi chiede che «la possibilità di integrare il 20% del ‘servizio aggiuntivo‘ che manca, sia garantita da stanziamento di risorse specifiche e quindi non a valere sui 900 milioni già stanziati, e da interventi normativi che legittimino questo tipo d’azione». Soldi in più, in sostanza, per incrementare il servizio. L’assessore regionale lombardo ha quindi concluso ricordando che «la lentezza con cui ha agito il Governo e per come si è arrivati a questa soluzione, non ci porta a escludere la possibilità di disagi con la ripresa dell’attività scolastica, soprattutto in relazione ai grandi numeri che caratterizzano la Lombardia».
Il compromesso sulla capienza è frutto di un lungo lavoro agostano di mediazione fra Regioni e Governo. Il Comitato Tecnico Scientifico raccomandava infatti un tasso di riempimento del 60-65% sui mezzi pubblici che, in questo modo, anche con la ripresa dell’anno scolastico avrebbero dovuto viaggiare con quasi la metà dei viaggiatori rispetto all’era pre-Covid, facendo mantenere il distanziamento. Il Governo, poi, è salito a quota 75%, mentre le Regioni (alcune, tra cui la Lombardia, a inizio agosto avevano già allentato le misure anti-contagi) hanno spinto per consentire ai mezzi del trasporto locale di viaggiare a numero pieno. Nel braccio di ferro si è arrivati quindi a un punto di caduta sull’80%, soluzione di compromesso che dovrebbe tenere conto di due esigenze, quella di garantire il servizio per tutti e nello stesso tempo garantire un minimo di distanziamento sociale.
Dopo il passaggio nella Conferenza unificata Governo-Regioni sarà necessario un nuovo decreto della presidenza del Consiglio. Ma, soprattutto, le percentuali sulla capienza andranno tradotte in una realtà fatta di mezzi pubblici che, nelle ore di punta, si riempiono di lavoratori e studenti. Con il progressivo ritorno negli uffici dopo il periodo dello smart working e la riapertura delle scuole, c’è quindi il rischio concreto di caos. I problemi sono anche organizzativi, perché bisognerà vigiliare sul fatto che si bus e treni non venga superata la fatidica soglia di riempimento dell’80%.
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