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Edizione del 27/08/2020
Estratto da pag. 1
Vertice Governo-Regioni, non c`è intesa sui trasporti scolastici: «Chiarezza o rischio caos»
Le Regioni speravano in una mediazione sul distanziamento a bordo dei bus, ma così non è stato. Ieri il nuovo vertice tra governo e regioni dove si è discusso del nodo principale...
Le Regioni speravano in una mediazione sul distanziamento a bordo dei bus, ma così non è stato. Ieri il nuovo vertice tra governo e regioni dove si è discusso del nodo principale dei trasporti si è concluso con l'ennesima fumata nera: l'accordo non è stato trovato. I governatori, guidati dal presidente della Conferenza delle regioni Stefano Bonaccini, sono stati categorici: o si arriva a un'intesa «chiarendo i limiti delle capienze o non ce la facciamo».

APPROFONDIMENTI

IL CASO

Un bus chiamato “putiferio”: distanziamento e caos nel...

Il problema nasce dalla prescrizione del Comitato tecnico scientifico (Cts), ribadita lunedì a palazzo Chigi, sul distanziamento di un metro tra passeggeri e l'obbligo di indossare la mascherina. Un limite, hanno contestato i presidenti delle Regioni, che porterebbe il trasporto pubblico urbano ed extraurbano a viaggiare al 50-60% della capienza. Che, in poche parole, significa lasciare a piedi la metà degli alunni. Le Regioni (alla videoconferenza ha partecipato anche il presidente Michele Emiliano) speravano si potesse imboccare una strada comune, ma così non è stato. Il braccio di ferro, secondo quanto è stato riferito, si è consumato tra la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, che vorrebbe più flessibilità - in linea con le Regioni - e il ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha frenato la proposta per rimettersi al Comitato tecnico scientifico. Proprio al Cts la ministra De Micheli ha chiesto di esprimersi sul documento che le regioni hanno presentato. Il tentativo è di ottenere possibili deroghe al distanziamento di un metro a bordo. Per esempio, secondo la ministra, agendo su una «definizione più puntuale di congiunti e sui sistemi di filtraggio». «Molte aziende hanno mandato documentazione su tempi e modalità di filtraggio che ci consentiranno di permettere deroghe al metro di distanza», ha fatto notare De Micheli.Un bus chiamato “putiferio”: distanziamento e caos nel trasporto scolastico. Le aziende: «Autunno nero tra disagi e disservizi»Scuola, dal Governo nessuna deroga al distanziamento sui bus e obbligo di mascherina«Il Governo si è preso qualche altro giorno, perché noi abbiamo descritto come Regioni, tutte insieme, che con le misure attuali proposte si farebbe molta fatica, anzi, sarebbe impossibile garantire il trasporto per tutti quelli che lo chiedono - ha riassunto Bonaccini al termine dell'incontro -. È stata su questo secondo punto una riunione interlocutoria, ma è evidente che nel giro di pochi giorni arriveremo ad una decisione definitiva, anche perché tra 18 giorni inizia la scuola nella gran parte delle regioni italiane».Le Regioni sono preoccupate, temono di trovarci in trincea e «se non si interviene in questi giorni chiarendo i limiti delle capienze si rischia il caos», ha avvisato il governatore Emiliano. In Puglia, ultima regione in Italia a riaprire le porte della scuola (il 24 settembre) già da tempo si cercano soluzioni alternative per il trasporto studentesco. «È stato istituito un tavolo permanente - ha sottolineato l'assessore regionale all'Istruzione, Sebastiano Leo - con il direttore dell'Ufficio scolastico regionale, Anna Cammalleri, i presidi, i rappresentanti degli enti locali e le aziende di trasporti. L'obiettivo è trovare un punto di incontro sulla dibattuta questione prima del suono della campanella. Ma se dovesse permanere la misura del distanziamento di un metro sarebbe un bel problema, perché non abbiamo mezzi sufficienti e nemmeno risorse per rimpinguare quello che manca». Sull'obbligo della mascherina a bordo Leo è invece in linea con quanto prescritto dal Comitato tecnico scientifico. «La mascherina dovremo imparare ad usarla sempre in determinate occasioni, proprio come fanno in Cina, ma anche a Milano quando c'è lo smog. Per cui non comprendo i motivi della polemica, tanto più se l'obbligo scatta perché manca il distanziamento».Quello dei trasporti è il problema più sentito ora in vista del rientro in classe, ma non certo l'unico. Al vertice di ieri si è discusso anche della gestion
e sanitaria rispetto ad eventuali contagi in classe, definita dall'Istituto superiore della sanità (Iss) nel Rapporto Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-Cov-2 nelle scuole. Il tentativo è di allineare le Regioni a seguire il protocollo senza eccezioni. Su mascherine a lezione e misurazione della febbre a casa infatti le Regioni non sono tutte allineate. Intanto, con l'intento di creare un fronte compatto sulla scuola, il ministro Francesco Boccia ha annunciato un coordinamento permanente con le Regioni e i Comuni. «Abbiamo il dovere di dare a famiglie e scuole la garanzia di ricominciare nella massima sicurezza - le sue parole al vertice -. Per questo motivo il coordinamento con Regioni e enti locali sarà un coordinamento convocato in maniera permanente fino all'avvio dell'anno scolastico per intervenire in tempo reale se dovesse presentarsi qualsiasi necessità».Dal vertice anche due buone notizie: la prima è arrivata dal commissario per l'emergenza Domenico Arcuri che ha annunciato da domani la consegna dei primi banchi. La seconda, invece, è della ministra all'Istruzione, Lucia Azzolina, che ha annunciato 70mila docenti e bidelli in più.

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