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Dir. Resp.
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Edizione del 26/08/2020
Estratto da pag. 1
Sentimenti a Bonaccini su Referendum: "Parlamento non va tagliato ma migliorato"
[vulcangas_][RGM_420X14][ITAL-UIL_4][SERVICE-42][dighionno-][dighionno-][HTL_ADMIRA]Mauro Sentimenti, rappresentando il CDCER – Comitato per il NO nel referendumsul taglio del Parlamento, risponde al presidente della Regione Emilia-Romagna,Stefano Bonaccini in merito al referendum sulla riduzione numero deiparlamentari. La sua posizione è molto chiara: “Il parlamento non va tagliatoma migliorato”.“In una intervista a Repubblica del 24 agosto scorso, Bonaccini motiva la suadecisione di votare SI al prossimo referendum del 20-21 settembre proponendo,due argomenti – spiega Sentimenti – : 1) la riduzione del numero deiparlamentari sarebbe un obiettivo del centro sinistra da oltre 30 anni, 2) lariforma Renzi, dallo stesso Bonaccini sostenuta e bocciata dal referendum nel2016, prevedeva di “superare il bicameralismo, semplificare il procedimentolegislativo, varare una legge elettorale conseguente”.“E si dice favorevole a quel maggioritario che da 30 anni accompagna lasistematica riduzione del finanziamento del Welfare e la distribuzioneclassista della ricchezza – continua -. Bonaccini dimentica che il programmadell’Ulivo nel 2006 indicava come obiettivo non solo il superamento delbicameralismo paritario con un Senato delle Regioni di 150 200 senatori,elettivo e non di nomina con garanzia per le regioni più piccole, masoprattutto si prefiggeva di rafforzare il ruolo e il potere del Parlamento inrapporto al Governo. L’esatto contrario di quel che conseguirà dalla riduzionedei parlamentari oggi”.“Non ricorda altresì che la riforma Renzi prevedeva: a) una fortissimacompressione dell’autonomia regionale – tramite la c.d. clausola di supremazia– del tutto incompatibile col progetto, che va nella opposta direzione, di unregionalismo non solidale che mette in pericolo l’unità della Repubblica- dimaggiore autonomia ex art.116 Cost. come richiesto da Bonaccini nel 2017; b) ilpassaggio da un bicameralismo paritario ad un bicameralismo confuso (dato cheil Senato, non eletto costretto all’inefficienza e ingovernabilità, in alcunicasi era in posizione paritaria con la Camera in altri no; c) la nascita didieci diversi procedimenti legislativi invece di uno!; d) il primato delGoverno sul Parlamento (col nuovo art.72 Cost.) il cui ruolo venivaulteriormente indebolito. Oggi nonostante l’assenza delle riforme contestualipromesse dall’attuale maggioranza e non realizzate, Bonaccini proclama lacoerenza del suo votare Si”.“A me sembra invece evidente che la scelta riveli la sua implicita adesione alla cultura antiparlamentare dei 5stelle: i quali individuano con sbalorditivainconsapevolezza il Parlamento come “casta”, incapaci di comprendere che lereali caste dei poteri e della ricchezza sono altrove e indisturbate. Ciò incontrasto con lo stesso PD che definì nel 2019 una ferita alla democrazia lariforma di cui si parla. Sul regionalismo le contraddizioni del Presidente sonoclamorose mentre sul rapporto Governo Parlamento, con quest’ultimo in posizionesubalterna, si conferma una continuità ideologica profonda tra il suo votare Sial referendum del 2016 ed a quello del prossimo 20 settembre. Viene alloscoperto una visione secondo cui il funzionamento delle istituzioni dipende soprattutto dalle regole e dall’ingegneria costituzionale (ovviamente anch’esseimportanti) senza mai avvertire che l’elemento decisivo più di ogni altrorispetto alla crisi politica e istituzionale in corso è l’assenza di partiti emovimenti non personali, democraticamente organizzati e sufficientementepartecipati, snodo centrale tra parlamento e cittadine/i. Chi scrive èfavorevole ad un sistema monocamerale o bicamerale non paritario con leggeelettorale proporzionale, che – assieme a riforme dei regolamenti parlamentari,limitazione dei decreti legge e dei voti di fiducia, statuto delle minoranze edell’informazione pubblica, applicazione dell’art. 49 Cost.,- persegua lo scopoesplicito di ridare al Parlamento il ruolo previsto in Costituzione: sede dellasovranità popolare che determina l’indirizzo politico che il Governo, ricevutala fiducia, è tenuto ad eseguire. Oggi siamo
in via di fatto all’opposto”.“Quel che emerge – nelle opinioni di Bonaccini e a prescindere dal merito dellesingole questioni – è l’dea infondatache la riduzione del numero dei parlamentari pur in assenza delleindispensabili riforme contestuali miglioriil funzionamento delle Camere (il prof. Luciani ha di recente spiegato perchèinvece peggiorerà) senzaporsi alcuna domanda sulla priorità assoluta – per la nostra democraziaparlamentare – di ricostruire larelazione tra istituzioni, politica e paese. Non è quindi solo questione dinumero, la vittoria del No ècondizione non sufficiente ma necessaria per ri/avviare questa ricostruzione”, conclude Sentimenti.[1-CONAD-42][CONAD-BALD][FERRAMENTA][ECODEMOLIZ][MWC_GENERI][1-CONAD-72][FERRAMENTA][ECODEMOLIZ][san-leo_42][DALROMAGNO][FABBRICARE][san-leo_72][FABBRICARE][DalRomagno][vulcangas_]