ITALIA PER IL TERZO MESE CONSECUTIVO INFLAZIONE NEGATIVA, MAI COSÌ DAL GIUGNO 2016 - WHAT-U
Per il terzo mese consecutivo a luglio nel Belpaese, secondo i dati Istat, si è registrata un’inflazione negativa, un andamento che non era così da giugno 2016 e continua a essere la sintesi di dinamiche opposte ossia forti flessioni, seppur meno ampie rispetto a giugno, dei prezzi degli energetici e crescita, più debole rispetto al mese precedente, di quelli degli alimentari. Il contestuale ulteriore rallentamento dei prezzi dei servizi (causato per lo più da quelli relativi a trasporti e da quelli ricreativi, culturali e per la cura della persona), frena l’inflazione di fondo che perde tre decimi di punto, sia al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sia al netto dei soli energetici.
A luglio la flessione dell’indice generale NIC (che si accentua portandosi a -0,4%) è imputabile a dinamiche diversificate tra beni e servizi: da un lato, infatti, i prezzi dei beni rimangono stabili a -0,8% (-0,4% su base mensile), dall’altro quelli dei servizi decelerano da +0,3% a +0,1% (+0,2% la variazione congiunturale); ciò determina una riduzione del differenziale inflazionistico (+0,9 punti percentuali; era +1,1 a giugno).
L’andamento dei prezzi dei beni è dovuto alla flessione, seppur meno marcata, dei prezzi dei Beni energetici, la cui diminuzione passa da -12,1% a -10,3% (+0,1% rispetto al mese precedente).
Nello specifico il calo dei prezzi dei Beni energetici regolamentati si riduce di ampiezza (da -14,1% a -13,6%; -3,0% su base mensile), per effetto sia dei prezzi dell’Energia elettrica mercato tutelato (la cui variazione passa da -13,6% a -12,6%; +2,5% in termini congiunturali), sia, ma in misura minore, di quelli del Gas di città e gas naturale (da -14,4% a -14,2%, -6,0% rispetto a giugno). Anche i prezzi dei Beni energetici non regolamentati registrano una flessione meno ampia di quella di giugno (da -11,2% a -9,0%, +1,6% su base mensile) a causa della dinamica di tutte le componenti dell’aggregato: la variazione dei prezzi del Gasolio per mezzi di trasporto passa da -14,9% a -12,1% (+2,2% il congiunturale), della Benzina da -13,7% a -11,1% (+2,2% su base mensile), del Gasolio da riscaldamento da -14,5% a -12,1% (+2,8% il congiunturale), degli Altri carburanti da -6,7% a -5,2% (-0,1% rispetto a giugno) e dell’Energia elettrica mercato libero da -5,8% a -4,4% (+0,7% su base mensile).
Nell’ambito dei beni, si segnala il rallentamento dei prezzi dei Beni alimentari (da +2,3% a +1,3%, -1,2% il congiunturale). In particolare la variazione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati passa da +4,1% a +2,5% (-2,5% su base mensile) per la dinamica dei prezzi della Frutta fresca o refrigerata, la cui crescita, pur rimanendo molto marcata, si riduce (da +11,5% a +8,0%, -6,2% rispetto a giugno) e dei Vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da +4,6% a -0,2%, -6,0% la variazione congiunturale). A loro volta i prezzi degli Alimentari lavorati dimezzano la loro crescita (da +1,2% di giugno a +0,6%; -0,4% rispetto al mese precedente).
Con riferimento ai prezzi dei servizi la decelerazione su base annua (da +0,3% a +0,1%) è dovuta per lo più all’assestarsi delle dinamiche tendenziali di alcune articolazioni di questo aggregato che fino al mese di maggio sono state in buona parte il risultato dell’imputazione dei prezzi dei diversi prodotti a esse appartenenti secondo le tecniche descritte nella Nota metodologica, a causa della sospensione dell’attività di ampi segmenti.
Il ruolo delle diverse tipologie di prodotto nel determinare l’inflazione del mese di luglio è rappresentato dai contributi alla variazione dell’indice generale dei prezzi al consumo riportati nella figura 4.
A luglio l’inflazione registra dinamiche differenziate nelle diverse ripartizioni geografiche, rimanendo negativa in quattro di esse (Figura 5): resta al di sopra della media nazionale al Sud (in lieve decelerazione da +0,1% di giugno a una variazione tendenziale nulla) e nelle Isole (stabile a -0,2%), è pari a quella nazionale nel Centro (da -0,3% a -0,4%), mentre è a
l di sotto del dato nazionale nel Nord-Ovest (da -0,3% a -0,5%) e nel Nord-Est (da -0,4% a -0,6%).
Nei capoluoghi delle regioni e delle province autonome e nei comuni non capoluoghi di regione con più di 150mila abitanti (Figura 6) l’inflazione più elevata si osserva a Bolzano (+0,8%), Napoli (+0,5%) e Trento (+0,4%), mentre si registrano le flessioni più ampie a Verona (-1,5%) e a Venezia (pari a -1,8%).
A luglio, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una diminuzione congiunturale di -0,7% e una crescita dello 0,8% su base annua, da -0,4% del mese precedente (Prospetto 6); questa inversione di tendenza è dovuta alla dinamica dei prezzi di Abbigliamento e calzature, la cui variazione tendenziale sale da +0,4% a +18,7% a causa dell’inizio posticipato dei saldi estivi (il primo agosto 2020; il primo luglio nel 2019) deciso dalla Conferenza delle Regioni di maggio 2020 alla luce delle valutazioni espresse a fronte dei problemi prodotti dall’emergenza sanitaria. Ciò ha comportato che il consueto calo congiunturale dei prezzi di Abbigliamento e calzature, che si registra ogni anno, fosse quest’anno molto meno ampio (-6,4%) di quello di luglio dello scorso anno (-20,9%). La diversa ampiezza delle variazioni congiunturali si è quindi riflessa sulla dinamica tendenziale dei prezzi della divisione di spesa, che accelera di oltre 18 punti provocando un’inversione di tendenza dell’indice generale IPCA. A parità di altre condizioni, questa improvvisa accelerazione è destinata quindi ad esaurirsi già nel mese di agosto.
Il calo congiunturale che si è comunque registrato nel mese di luglio di quest’anno è dovuto al fatto che, rispetto all’indirizzo della Conferenza delle Regioni che fissava al primo agosto l’inizio dei saldi stagionali, Calabria e Sicilia hanno avviato le vendite promozionali già dal primo luglio, mentre il Lazio, la Toscana e le Marche hanno autorizzato le vendite promozionali nei 30 giorni precedenti l’inizio dei saldi.
Contestualmente a quanto accaduto per i prezzi di Abbigliamento e calzature e di segno opposto, sono da segnalare le flessioni dei prezzi di Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (da -4,4% di giugno a -4,0%), dei Trasporti (da -3,7% a -3,3%) e delle Comunicazioni (da -3,0% a -4,3%).
Analizzando i dati di luglio con riferimento agli aggregati speciali dell’IPCA, l’inversione di tendenza su base annua dell’indice generale è dovuta a quella dei prezzi dei beni (da -0,9% a +1,4%), mentre quelli dei servizi registrano una variazione tendenziale nulla (in rallentamento da +0,4% di giugno).
La dinamica dei prezzi dei beni è spiegata dai prezzi dei Beni semidurevoli, che accelerano in modo netto da +0,2% a +12,9%, dal momento che includono i prodotti dell’abbigliamento e calzature e risentono dell’effetto del posticipo dei saldi estivi illustrato nella precedente sezione dedicata alle divisioni di spesa. Questa dinamica è solo in parte compensata dall’andamento dei prezzi dell’Energia (la cui flessione rimane marcata ma si riduce di ampiezza, da -12,5% a -10,6%, +0,2% il congiunturale), e dal rallentamento dei prezzi degli Alimentari (incluse bevande alcoliche) e tabacchi (da +2,4% a +1,4%, -1,1% su base mensile).
L’accelerazione dei prezzi di abbigliamento e calzature determina una netta accelerazione sia della componente di fondo dell’inflazione, calcolata al netto di energia e alimentari freschi (da +0,6% a +1,9%), sia dell’inflazione al netto di energia, alimentari (incluse bevande alcoliche) e tabacchi (da +0,5% a +2,1%) sia di quella al netto dei soli beni energetici (da +0,9% a +1,9%). A parità di altre condizioni, queste improvvise accelerazioni sono destinate quindi ad esaurirsi anch’esse già nel mese di agosto.
Le stime preliminari e definitive delle variazioni congiunturali e tendenziali degli indici generali NIC e IPCA relative al mese di luglio 2020 sono messe a confronto per valutare l’eventuale revisione intercorsa e, quindi, l’accuratezza della stima preliminare (Prospetto 8).
Per un
’analisi più ampia dell’accuratezza e una descrizione della metodologia della stima provvisoria dell’inflazione si rimanda alla nota metodologica allegata al comunicato.
legenda:
Altri beni:comprendono i beni di consumo ad esclusione dei beni alimentari, dei beni energetici e dei tabacchi.
Altri beni regolamentati: comprendono l’acqua potabile e i medicinali.
Beni alimentari: comprendono oltre ai generi alimentari (come, ad esempio, il pane, la carne, i formaggi), le bevande analcoliche e quelle alcoliche.
Si definiscono lavorati i beni alimentari destinati al consumo finale che sono il risultato di un processo di trasformazione industriale (come ad esempio i succhi di frutta, gli insaccati, i prodotti surgelati). Si dicono non lavorati i beni alimentari non trasformati (come la carne fresca, il pesce fresco, la frutta e la verdura fresca).
Beni alimentari, per la cura della casa e della persona: includono, oltre ai beni alimentari, i beni per la pulizia e la manutenzione ordinaria della casa e i beni per l’igiene personale e prodotti di bellezza.
Beni durevoli: includono le autovetture, gli articoli di arredamento, gli elettrodomestici.
Beni non durevoli: comprendono i detergenti per la pulizia della casa, i prodotti per la cura della persona, i medicinali.
Beni semidurevoli: comprendono i capi di abbigliamento, le calzature, i libri.
Beni energetici regolamentati: includono le tariffe per l’energia elettrica mercato tutelato e il gas di rete per uso domestico.
Beni energetici non regolamentati: comprendono i carburanti per gli autoveicoli, i lubrificanti, i combustibili per uso domestico non regolamentati e l’energia elettrica mercato libero.
Beni regolamentati: includono i beni energetici regolamentati e gli altri beni regolamentati.
COICOP: classificazione dei consumi individuali secondo l’utilizzo finale.
Componente di fondo: viene calcolata escludendo i beni alimentari non lavorati e i beni energetici.
Contributo alla variazione tendenziale dell’indice generale: permette di valutare l’incidenza delle variazioni di prezzo delle singole componenti sull’aumento o sulla diminuzione dell’indice aggregato. A tal fine, il tasso di variazione tendenziale dell’indice generale viene scomposto nella somma degli effetti attribuibili a ciascuna delle variazioni delle sue componenti. Poiché si tratta di un indice concatenato, il contributo della componente i-esima alla variazione dell’indice generale è funzione della dinamica di prezzo di tale componente e della modifica del suo peso relativo nei due anni a confronto. I contributi alla variazione tendenziale dell’indice generale sono calcolati a partire dagli indici elementari di prezzo dei prodotti del paniere di riferimento. Per effetto degli arrotondamenti, la loro somma può differire dalla variazione dell’indice generale.
ECOICOP: classificazione europea dei consumi individuali secondo l’utilizzo finale, che prevede un livello di dettaglio (le sottoclassi) maggiore rispetto alla COICOP.
FOI: indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.
Inflazione: misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di prodotti (paniere) rappresentativo di tutti i beni e servizi destinati al consumo finale delle famiglie, acquistabili sul mercato attraverso transazioni monetarie.
Inflazione acquisita: rappresenta la variazione media dell’indice nell’anno indicato, che si avrebbe ipotizzando che l’indice stesso rimanga al medesimo livello dell’ultimo dato mensile disponibile nella restante parte dell’anno.
IPCA: indice armonizzato dei prezzi al consumo per i Paesi dell’Unione europea.
IPCA-AS: indici armonizzati dei prezzi al consumo per aggregati speciali sono indicatori costruiti secondo uno schema classificatorio diverso dalla ECOICOP-IPCA e da quello utilizzato per gli indici NIC per tipologia di prodotto. La struttura di classificazione e le procedure di calcolo son
o comuni a quelle utilizzate da Eurostat e ne condividono le innovazioni di carattere metodologico. In particolare, dalla diffusione degli indici definitivi di gennaio 2019 cambia il metodo di calcolo degli aggregati speciali dell’IPCA che sono ottenuti aggregando gli indici delle sottoclassi della ECOICOP (in precedenza, per il computo di questi indicatori erano utilizzati gli indici delle classi). Per una migliore fruibilità dei nuovi indicatori, le serie degli aggregati speciali, secondo il nuovo schema, sono state ricostruite per il periodo gennaio 2017 – dicembre 2018 e sostituiscono, per l’intervallo temporale in questione, quelle precedentemente diffuse, basate sulla vecchia metodologia di calcolo.
IPCA-TC: indice armonizzato dei prezzi al consumo a tassazione costante per i Paesi dell’Unione europea.
NIC: indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività.
Prodotti ad alta frequenza di acquisto: includono, oltre ai generi alimentari, le bevande alcoliche e analcoliche, i tabacchi, le spese per l’affitto, i beni non durevoli per la casa, i servizi per la pulizia e manutenzione della casa, i carburanti, i trasporti urbani, i giornali e i periodici, i servizi di ristorazione, le spese di assistenza.
Prodotti a media frequenza di acquisto: comprendono, tra gli altri, le spese di abbigliamento, le tariffe elettriche e quelle relative all’acqua potabile e lo smaltimento dei rifiuti, i medicinali, i servizi medici e quelli dentistici, i trasporti stradali, ferroviari marittimi e aerei, i servizi postali e telefonici, i servizi ricreativi e culturali, i pacchetti vacanze, i libri, gli alberghi e gli altri servizi di alloggio.
Prodotti a bassa frequenza di acquisto: comprendono gli elettrodomestici, i servizi ospedalieri, l’acquisto dei mezzi di trasporto, i servizi di trasloco, gli apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici, gli articoli sportivi.
Servizi regolamentati: tipologie di servizio i cui prezzi sono stabiliti da amministrazioni nazionali o locali e da servizi di pubblica utilità soggetti a regolamentazione da parte di specifiche Agenzie (Authority). Comprendono i certificati anagrafici, il passaporto, la tariffa per i rifiuti solidi, la tariffa per la raccolta di acque reflue, l’istruzione secondaria, le mense scolastiche, i trasporti urbani unimodali e multimodali (biglietti e abbonamenti), il trasporto extra-urbano su bus e quello extra-urbano multimodale, i taxi, i trasporti ferroviari regionali, i pedaggi autostradali, i concorsi pronostici, il canone tv, i servizi di telefonia fissa, la revisione auto, le tasse per il trasferimento della proprietà delle autovetture e dei motoveicoli e alcuni servizi postali.
Servizi relativi all’abitazione: comprendono i servizi di riparazione, la pulizia e la manutenzione della casa, la tariffa per i rifiuti solidi, la tariffa per la raccolta acque reflue, il canone d’affitto, le spese condominiali.
Servizi relativi alle comunicazioni: comprendono i servizi di telefonia e i servizi postali.
Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona: comprendono i pacchetti vacanza, i servizi di alloggio, i ristoranti, bar e simili, le mense, la riparazione di apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici, i servizi per l’abbigliamento, i servizi per l’igiene personale, i servizi ricreativi e culturali vari, i concorsi e le lotterie.
Servizi relativi ai trasporti: comprendono i trasporti aerei, marittimi, ferroviari, e stradali, i servizi di manutenzione e riparazione di mezzi di trasporto, le assicurazioni sui mezzi di trasporto.
Servizi vari:comprendono l’istruzione, i servizi medici, i servizi per l’assistenza, i servizi finanziari; professioni liberali; servizio funebre; assicurazioni sugli infortuni.
Variazione congiunturale: variazione rispetto al periodo precedente.
Variazione tendenziale:variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
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