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Edizione del 02/08/2020
Estratto da pag. 1
Camporini: "Sulla Tunisia Di Maio sbaglia di grosso, la politica estera non fa per lui"
Una intervista al calor bianco quella concessa in esclusiva a Globalist dalgenerale Vincenzo Camporini, già Capo di Stato Maggiore della Difesa, eprim’ancora dell’Aeronautica militareGenerale Vincenzo CamporiniGenerale Vincenzo Camporiniglobalist 2 agosto 2020 Le considerazioni del segretario del Pd, Nicola Zingaretti, sulla Libia? “Unafiera delle ovvietà”. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che blocca ifinanziamenti della cooperazione allo sviluppo alla Tunisia, rea, ai suoiocchi, di non fare abbastanza per contrastare i migranti clandestini in rottaverso la Sicilia? “E’ un atteggiamento di straordinaria miopia”. Quanto alpresidente del Consiglio, Giuseppe Conte, bocciato pure lui, almeno ingeopolitica: “Il suo è il frenetico attivismo di chi sta pensando solo alproprio futuro”. E’ una intervista al calor bianco quella concessa in esclusivaa Globalist dal generale Vincenzo Camporini, già Capo di Stato Maggiore dellaDifesa, e prim’ancora dell’Aeronautica militare, consigliere scientifico delloIai (Istituto affari internazionali), tra i più autorevoli analisti militarieuropei."Il famoso memorandum va riscritto e il Partito democratico ha anche chiestoche questo venga fatto in breve tempo. Ma io credo una cosa: quando in Paesec'è un tema di diritti umani, andarsene via facendo finta che così si risolveil problema è sempre sbagliato. E l'atteggiamento che bisogna casomai avere èspingere la comunità internazionale, l'Europa, a essere ancora più protagonistiper condizionare quello che sta accadendo in quel Paese".Così il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, in un'intervista a Fanpage, aproposito della questione migranti e dei rapporti con la Libia. "La nostrafilosofia -aggiunge- è questa: nessuna arrendevolezza o occhi chiusi. Anzi,spingere l'Europa a promuovere corridoi umanitari, quote di accoglienza,chiamare l'Onu. Anche rispetto a quanto accaduto nei giorni scorsi, quando si èsparato a dei migranti. Ma tutto questo richiede protagonismo”.Cosa ne pensa, generale Camporini?Leggendo questo lancio di agenzia, sono rimasto stupito nel trovarmi di frontead una fiera delle ovvietà. Da un leader politico mi aspetto delle proposteconcrete e fattibili per una soluzione delle complesse problematiche chedobbiamo affrontare. E’ ovvio che ci deve essere un’azione delle Nazioni Uniteper il controllo dei flussi migratori che attraversano la Libia; è ovvio che ilproblema non riguarda solo l’Italia a anche gli altri Paesi dell’Unioneeuropea. Quello che serve, però, è una intensa azione diplomatica, al fine disollecitare un concreto intervento di queste istituzioni. Serve quindi unainiziativa da parte del nostro ministro degli Esteri, che non dovrebbeoccuparsi soltanto delle minuscole questioni politiche interne del nostroPaese. I flussi migratori sono un fenomeno storico che non può essere regolatoa colpi di slogan politici, ma servono politiche lungimiranti che devono esserecoordinate in un ambito che va ben al di là di quello nazionale.L’Italia parla, mentre in Libia a fare i fatti è la Turchia di Erdogan.Purtroppo è così. Perché il presidente turco, pur con tutte le riserve per lasua spregiudicata politica, ha degli obiettivi, li persegue con grandedeterminazione, anche approfittando dell’arrendevolezza degli altri attori sulterreno. Erdogan è un personaggio che considero, per molti versi, pericoloso,ma è uno che sa che cosa vuole e come ottenerlo.Generale Camporini, quali sono, a suo avviso, i limiti strategici dellapolitica estera italiana sulla Libia e il Mediterraneo?Sono quelli di non saper sfruttare adeguatamente le potenzialità di cuidisponiamo, sia dal punto di vista geografico, sia da quello delle capacitàeconomiche, sia da quello della conoscenza, che nessun altro ha, della realtàsociale della Libia. Non possiamo continuare a giocare di rimessa, dobbiamoassumere iniziative .Se vogliamo sostenere il Governo voluto dalle NazioniUnite, di al-Sarraj, dobbiamo farlo con tutti i mezzi disponibili Se non lofacciamo, spalanchiamo le porte a chi, come Erdogan, non ha i nostri dubbiamletici.Un altro Paese del Nord Africa
che sta vivendo una situazione di grandedifficoltà, è la Tunisia. Il titolare della Farnesina, Luigi Di Maio, haannunciato lo stop ai fondi per la cooperazione allo sviluppo fino a quandola Tunisia non dimostrerà una maggiore collaborazione nel contrasto allepartenze dalle sue coste. Ma è questa la strada giusta da percorrere perstabilizzare il Mediterraneo?Assolutamente no. La Tunisia è l’unico Paese, tra tutti quelli che sono passatiattraverso le cosiddette “Primavere arabe”, ad avere imboccato una strada versoun futuro democratico e, per quanto possibile, prospero. Porre degli ostacoli,limitando gli aiuti internazionali che sono necessari, è un atteggiamento distraordinaria miopia. La politica estera non si fa così, diciamo che non fa perlui.Per restare all’Europa e a un tema che ha fatto parecchio discutere: ladecisione del presidente Usa Donald Trump, di ritirare i soldati americanidalla Germania. Come leggere questa decisione?A mio avviso, si tratta di una classica manovra elettorale di un Trump che èprossimo alla disperazione. Si tratta di una decisione che non cambiaminimamente gli equilibri nel Mediterraneo e che ha come solo effetto quello diindispettire gli alleati europei, dalla Polonia alla Germania, e che noninfluirà sugli sviluppi geopolitici dell’area.A proposito di Germania. L’1 luglio è iniziato il semestre di presidenzatedesca dell’Unione europea. Come giudica i primi passi compiuti, in questaveste, dalla cancelliera Merkel?La Germania sembra che abbia idee molto chiare su quello che vuole ottenere.L’Italia è in una situazione di straordinaria debolezza, per motivi dicarattere economico (la pessima performance economica anche in confronto atutto quanto avviene negli altri Paesi europei), e per una governance politicaincapace di prendere decisioni, a parte il frenetico attivismo di un presidentedel Consiglio che sta pensando solo al proprio futuro.Sulla questione migranti e sulla nostra politica mediterranea, lei vede deglielementi di discontinuità tra il Conte I e il Conte II?Assolutamente no. L’unico punto di forza riguarda la sapiente azione diMinniti, da cui tutti quanti oggi prendono le distanze, compresi i suoicolleghi di partito del Pd, ma che è l’unica ad aver dato dei buoni risultati,sia dal punto di vista della riduzione dei flussi migratori che dellariduzione, per quanto possibile, delle violazioni dei diritti umani in Libia.E’ una linea politica che dovrebbe essere approfondita, anche forzando un piùconcreto attivismo delle agenzie delle Nazioni Unite per il controllo dei campiprofughi in Libia.