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Dir. Resp.
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Edizione del 29/07/2020
Estratto da pag. 1
Un esodo senza fine
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C’è un’emergenza sbarchi che non può più essere sottovalutata o ignorata.

Un flusso inarrestabile di persone, provenienti sia dal Nord Africa, sia, per via terra, dai Balcani e dal Medio oriente, si sta dirigendo o è già arrivata nel nostro Paese, sfuggendo spesso ad ogni controllo.

Agli appelli dei disperati in mare, in balia delle loro fragili imbarcazioni fornite dalla malavita organizzata, ormai corrisponde, per spirito e dovere umanitario, la nostra sola Marina; altri paesi mediterranei volgono il viso altrove e fanno finta di niente.

A chiudere gli occhi e ad essere affetta da sordità è soprattutto l’Unione Europea, che stremata per il rastrellamento delle risorse per il “Recovery fund” (che penalizzerà la stessa agricoltura), pare non sia più in grado di attuare tempestivamente i piani di distribuzione dei profughi, anche in considerazione del loro numero crescente.

Ma anche sul piano interno sembra che la questione riguardi soltanto la Ministra dell’interno, oltre che i sindaci dei comuni interessati, non l’intero governo, né la Conferenza delle regioni e nemmeno la gran parte dei parlamentari.

È, forse, questa, una sensazione epidermica, ma come non stupirsi delle fughe in massa dai centri di accoglienza o dell’impudenza di migranti travestiti da turisti che sbarcano anche con barboncino al seguito?

La materia sta diventando pericolosa e può diventare esplosiva tra due mesi, quando cominceranno – e non ce lo auguriamo – ad essere evidenti i vuoti nell’occupazione aperti dalla crisi in Italia.

Tanto più pericolosa, questa crisi, se si prolungasse lo stato di emergenza per i cittadini italiani e si lasciasse non governato un esodo biblico verso il nostro Paese che pare si aggiri su decine di migliaia di essere umani.