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Edizione del 29/07/2020
Estratto da pag. 1
Il sistema telematico non può sostituire la visita medica. OMCeO Udine: “No a violazioni del Codice deontologico”
Udine, 28 luglio 2020 – Totale contrarietà a un approccio alla telemedicina che rischia di svilire l’attività medica in senso stretto. L’Ordine dei Medici di Udine, allineandosi alla posizione della Federazione nazionale, rende noti gli elementi di criticità connessi a presunte visite specialistiche virtuali, con cellulari o pc o tablet, che ancora non esistono e che si terrebbero con modalità che inficiano il concetto stesso di analisi, presa in cura e accertamento diretto.
Un
fermo no, dunque, viene espresso a televisite che minano il diritto alla salute
costituzionalmente garantito ed entrano in conflitto con gli articoli inclusi
nel Codice di deontologia medica al fine di tutelare gli interessi pubblici,
garantiti dall’ordinamento, connessi all’esercizio professionale.
A
nome dell’Ordine dei Medici di Udine, attraverso la presa di posizione del
Presidente Maurizio Rocco e di tutto il Consiglio Direttivo, arriva la
bocciatura delle linee guida che dovrebbero regolamentare le televisite da
parte degli specialisti su richiesta diretta del paziente o da prescrizione del
Medico di Medicina Generale, di credenziali di accesso e di prenotabilità
attraverso il CUP; relativamente alla proposta contenuta nel documento
“Erogazione di prestazioni di specialistica ambulatoriale a distanza – servizi
di Telemedicina”, si evidenzia che “non
sono ammissibili né giustificabili visite mediche specialistiche eseguite a distanza
senza rapporto diretto tra il medico ed il paziente. In questo modo si rischia
lo sgretolamento del rapporto e dell’alleanza per la salute tra medico e
paziente e l’asservimento della professione medica a logiche economicistiche ed
organizzative”.
Le
presunte visite virtuali contrastano con il disposto dell’articolo 78 del
Codice di deontologia medica che prescrive: “Il
medico, facendo uso dei sistemi telematici, non può sostituire la visita medica
che si sostanzia nella relazione diretta con il paziente, con una relazione
esclusivamente virtuale; può invece utilizzare gli strumenti di telemedicina
per le attività di rilevazione o monitoraggio a distanza , dei parametri biologici
e di sorveglianza clinica”.
La
televisita confligge anche con l’articolo 24 del Codice che obbliga i medici a
rifiutarsi di certificare fatti che non abbiano constatato personalmente,
ovvero direttamente, o che non siano supportati da riscontri oggettivi (“Il medico – recita l’articolo – è tenuto a rilasciare alla persona assistita
certificazioni relative allo stato di salute che attestino in modo puntuale o
diligente i dati anamnestici raccolti e/o i rilievi clinici direttamente
constatati od oggettivamente documentati”).
Alla
luce delle criticità di una medicina virtuale, l’Ordine di Udine, all’unisono
con la Federazione, auspica, in una lettera inviata al presidente della
Conferenza delle Regioni, il rinvio dell’esame del testo presso la Conferenza
Regioni e Provincie Autonome e FNOMCeO e la convocazione del tavolo di lavoro,
come previsto, dal protocollo della Conferenza poiché “è impensabile che nella
costruzione di tale iniziativa, della quale le linee guida fanno parte
integrante, non vengano preventivamente consultati gli Ordini professionali
direttamente interessati”.
L’Ordine
dei medici rifiuta linee guida che sfregiano la libertà e l’indipendenza della
professione e mettono in discussione il primario e prevalente diritto alla
tutela della salute dei cittadini.