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Edizione del 28/07/2020
Estratto da pag. 1
Aperture domenicali a rischio: la Sicilia rischia la serrata dei musei - la Repubblica
Esaurito il monte ore per i festivi, silenzio dall''assessorato
Quando al punto di non ritorno mancano poche ore, la convocazione non c’è ancora. E l’assessorato mantiene le carte coperte. La Sicilia rischia la serrata domenicale dei musei: perché mentre il presidente della Regione Nello Musumeci torna all'attacco sulla revoca – stavolta totale - dello smart working e su La7 definisce i regionali “pigri”, i Beni culturali non hanno ancora una proposta per superare l’impasse sulle aperture domenicali dei musei. Il numero di giornate festive durante le quali il personale può lavorare, infatti, è esaurito e l'incontro che ieri avrebbe dovuto portare a un'intesa è stato rinviato. “Se ne parlerà entro la settimana”, ha promesso l'assessorato ai Beni culturali nella comunicazione inviata ai sindacati. L’assessore, il leghista Alberto Samonà, però, nel frattempo tace.

Le organizzazioni dei lavoratori, intanto, sono in allarme. “Già domenica scorsa – osserva Giuseppe Salerno del Sadirs – alcuni musei hanno dovuto lavorare a ranghi ridotti. Il rischio di non poter garantire le aperture è concreto già da domenica prossima”. Un festivo-chiave: la prima domenica del mese, infatti, gli ingressi nei musei sono tradizionalmente gratuiti.

Il problema è stato sollevato alla fine del mese scorso. Il direttore del parco archeologico di Gela, Luigi Gattuso, si è reso conto che il limite imposto dal contratto (lavorare in un terzo dei giorni festivi di ogni anno) era stato superato quasi da tutti i dipendenti, e ha chiesto al personale di aderire su base volontaria. A cascata si sono mossi gli altri, e così all’inizio di luglio , il dirigente generale Sergio Alessandro ha scritto ai sindacati per avviare una trattativa, che però si scontra con il mancato pagamento degli straordinari fatti l'anno scorso. Un accordo simile, infatti, era già stato stipulato nel 2019: “Il governo regionale – dicono Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Cisal – non è in grado di garantire l’apertura dei musei nei giorni festivi, anche perché molti custodi hanno raggiunto il limite delle domeniche lavorative previste dal contratto. L’altro problema è che il personale addetto alla custodia e alla vigilanza non ha ancora percepito nulla del 2019. Si tratta di ritardi inaccettabili, prima di firmare nuovi contratti vanno rispettati gli accordi pregressi”.

“Finora – specifica il Sadirs – i regionali hanno lavorato gratis, altro che grattarsi la pancia”. Anche perché Musumeci, che nel frattempo ha riconosciuto il premio di produttività ai dipendenti che critica, è tornato all'attacco con due mosse: la seconda, pubblica, è un'intervista a La7 nella quale il governatore ha ribadito che “la stragrande maggioranza dei dipendenti regionali non è motivata e non è coinvolta o non vuole lasciarsi coinvolgere” e che “è anche responsabilità dei dirigenti di servizio e dei dirigenti generali”, ma la prima, passata su un canale riservato, è la lettera inviata a tutti gli assessori per richiamarli sul ricorso allo smart working, chiedendo adesso di azzerarlo.

“Le determinazioni necessarie ad assicurare il rientro in servizio – si legge nella nota partita giovedì dalla scrivania di Musumeci – dovranno essere assunte già a partire dalla prossima settimana. Si invitano le signorie loro ad assicurare con la massima sollecitudine il progressivo rientro del personale negli uffici fino al totale dell'organico e a relazionare allo scrivente entro 7 giorni dalla data di ricezione della presente”. Un altro segnale per una guerra che ormai è dichiarata. E fra le macerie potrebbero finire musei e siti archeologici, alle prese con una difficile ripartenza e già costretti a frenare a stagione in corso.