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Edizione del 14/07/2020
Estratto da pag. 1
Politiche sociali e disabilit?. Regioni: “Servono pi? risorse”
Audizione al Senato delle Regioni in materia di disabilità pressola Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani.“E’ indispensabile incrementare il Fondo Nazionale delle Politiche Sociali e ilFondo per le non autosufficienze, come la Conferenza delle Regioni ha più volteevidenziato. Dobbiamo rispondere subito alla crescente domanda di servizisociali e assistenziali dovuti alla pandemia”.[front6088439]14 LUG - “Più risorse per le politiche sociali e le nonautosufficienze”. Questo l’appello delle Regioni che in videoconferenza sonostate audite al Senato in materia di disabilità (legge quadro n. 328/2000 elegge 112/2016), presso la Commissione straordinaria per la tutela e lapromozione dei diritti umani. La delegazione era guidata da Michele Marone(assessore regione Molise), coordinatore della Commissione politiche socialinell'ambito della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. “Il sistema integrato di interventi e servizi sociali previsti dalla Leggequadro 328 – spiega Marone – vede impegnate le Regioni a rafforzare i dirittidi cittadinanza sul territorio, secondo principi di coordinamento e diintegrazione tra gli interventi sanitari e dell’istruzione e le politicheattive del lavoro. Il nuovo Titolo V della Costituzione assume l’assistenzasociale tra le materie di competenza residuale esclusiva delle Regioni, alloStato va la competenza esclusiva nel determinare i livelli essenziali delleprestazioni”. “Le Regioni esercitano quindi – spiega Marone - le funzioni di programmazione,coordinamento ed indirizzo degli interventi sociali e definiscono, in appositeleggi, le funzioni trasferite o delegate ai Comuni. Ma per l’attuazione dellalegge 328 sono subito mancate le risorse necessarie, evidenziando lacontraddizione di non poter garantire i livelli di prestazione richiesti. Bastipensare che si è passati dal miliardo di euro stanziati sul bilancio stataledel 2004 ai soli 10 milioni del 2012. Il decreto legislativo 147 del 2017 hapermesso di superare alcune contraddizioni. Sono state definite le linee guidadegli interventi e soprattutto introdotte risorse economiche strutturate. LeRegioni hanno così potuto programmare, adottando uno o più Piani socialitriennali o Piani socio sanitari triennali e una gestione associata deiservizi”.“Un altro importante traguardo – ha proseguito - è stato raggiunto conl'adozione del primo Piano Sociale Nazionale che ha visto una gradualeintroduzione su tutto il territorio nazionale di livelli essenziali diassistenza. Il Piano è stato finanziato con 276 milioni di euro nel 2018 e 281dal 2019, successivamente la Legge di Bilancio 2019 ha stanziato ulterioririsorse per il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali (FNPS), portandolo aquasi 394 milioni per il 2019. C’è poi il cofinanziamento regionale, che inalcuni casi è più elevato della quota del Fondo Nazionale. Permangono comunquedifferenze territoriali nella spesa sociale e ci sono anche ritardinell’erogazione delle risorse da parte dello Stato. Queste sperequazioni vannorimosse al fine di garantire la piena uniformità dei servizi”. “E’ ormai evidente – ha evidenziato - che non possa essere più rimandata ladefinizione dei livelli essenziali delle prestazioni che devono essere fruttodi confronto e di intesa istituzionale. Non si può fare a meno dell’apporto diRegioni e Autonomie nel garantire i livelli essenziali, che devono essereaffiancati dalle necessarie coperture finanziarie.E’ indispensabile incrementare il Fondo Nazionale delle Politiche Sociali e ilFondo per le non autosufficienze, come la Conferenza delle Regioni ha più volteevidenziato. Dobbiamo rispondere subito alla crescente domanda di servizisociali e assistenziali dovuti alla pandemia”. “Per quanto riguarda invece la Legge 112 del 2016, definita “Dopo di noi” – haprecisato - , le Regioni forniscono Progetti individuali per le persone condisabilità gravi, promuovendo sul territorio misure di assistenza, cura eprotezione ai soggetti privi di sostegno familiare. Per il “Dopo di noi” sonostati stanziati 90 milioni per il 2016; 38,3 per il 20
17 e 56,1 milioni di euroa decorrere dal 2018 (ridotti nel 2018 a 51 milioni per i tagli sul bilanciodello Stato). Seppur con comportamenti non uniformi, rispetto agli obiettiviregionali, la maggior parte dei fondi sono stati trasferiti agli AmbitiTerritoriali Sociali, responsabili della programmazione, e attivati processi dicondivisione e di informazione alle famiglie e ai disabili”. “Le Regioni – ha ricordato Marone - , in base al principio della lealecollaborazione istituzionale, hanno realizzato il monitoraggio delle attivitàrealizzate e dei progetti finanziati. Nel 2018 il 57% dei beneficiari sonomaschi e i tre quarti dei disabili interessati hanno tra i 25 e i 65 anni. Il6% dei progetti personalizzati ammessi a finanziamento prevedevano unarivalutazione delle condizioni abitative, il 20% l’uscita dal nucleo familiaree il 74% percorsi programmati di accompagnamento verso l’autonomia e l’uscitadal nucleo familiare. Sono il 15% le persone prive di risorse economicheproprie e di entrambi i genitori. Ma la maggioranza non è in grado diassicurare il proprio sostegno, non per ragioni economiche ma per motivi di etàe di salute. La valutazione operativa è sostanzialmente positiva e le stesserisorse rese disponibili dallo Stato nella prima triennalità sono stateconfermate anche per il prossimo triennio”.14 luglio 2020