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Edizione del 14/07/2020
Estratto da pag. 1
Coronavirus, Liguria nel baratro: il Pil crollerà dell`8,7% ma in Italia c`è chi sta peggio
Genova. A causa del lockdown per la pandemia di coronavirus la Liguria chiuderàil 2020 con una contrazione del Pil dell’8,7%, un crollo pesante ma menomarcato rispetto a quello del Nord Ovest (meno 9,3%) e dell’Italia nel suocomplesso (meno 9,1%). E’ la previsione elaborata da The EuropeanHouse-Ambrosetti nel quarto rapporto “Liguria 2022“, presentato oggi a PalazzoDucale.“Sono migliorati indicatori in modo importante. Più del 70% dei parametri cheabbiamo indicato per misurare il termometro dell’economia e della societàligure sono migliorati nell’ultimo quinquennio anche in modo significativo –spiega Valerio De Molli, managing partner e Ceo di Ambrosetti – poi c’è statoil Covid. Quest’anno abbiamo provato a immaginare i numeri di impatto, che sonotragici per il sistema Paese. L’Italia chiuderà il terzo anno peggiore dei 150anni della storia della su repubblica in termini di decrescita”.Anche la Liguria subirà un impatto notevole, con numeri che si riflettono anchedal punto di vista occupazionale: secondo Ambrosetti sono almeno 90mila i postidi lavori a rischio nella regione. “Non per forza sono posti persi perchédipenderà dalle manovre di sostegno degli enti pubblici – osserva De Molli -.Per il momento non ne abbiamo perso neanche uno. Ma sono comunque a rischioperché la decrescita non giustifica più quei livelli occupazionali”.Ma come si spiega il minore calo rispetto all’economia nazionale? “La Liguriaha perso meno perché la politica regionale è stata una delle poche che haconsentito al mondo dell’edilizia di portare avanti piccoli lavori, tenendo invita un po’ meglio che altrove il tessuto industriale-economico: il calo è del28% ma di un terzo meno grave rispetto al resto d’Italia”, spiega De Molli. Manon solo: “Il secondo elemento è che il settore manifatturiero-industriale nonè così diffuso, quindi ha subito meno di altre regioni l’impatto sull’export”.Ambrosetti ha stimato cinque aree di intervento prioritarie per risollevarsi:“La più importante è la prosecuzione degli investimenti infrastrutturali, chepotranno consentire alla Regione un recupero di 5 punti di Pil da qui al 2030 –aggiunge De Molli -. Stimiamo una ripresa già a partire dal prossimo anno, traquattro e sei punti percentuali di Pil. Non è glorioso ma il gap con quest’annosi potrebbe chiudere nel 2022-2023”.“La Liguria peggiora meno perché si è rimboccata molto le maniche – hacommentato il presidente ligure Giovanni Toti -. Siamo stati i primi a chiuderequando era il momento di farlo, siamo stati tra i primi a riaprire e tra coloroche hanno guidato la conferenza delle Regioni per riaprire con linee guida chefossero accettabili dalle categorie e non quelle regole un po’ strampalate cheabbiamo visto uscire dal governo subito dopo la riapertura. Adesso vogliamodire forte e chiaro che la cosa peggiore di una pandemia inaspettata sarebbenon imparare nulla da questa pandemia e mi pare che dalla ripresa dellapolitica di queste ore purtroppo la lezione non sia stata imparata: ancora undecreto semplificazioni che non si vede, investimenti bloccati, la crisi delleautostrade irrisolta, tanta propaganda e pochissimi fatti e credo che questosia il vero male che non debelleremo nel Paese”.