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Dir. Resp.
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Edizione del 14/07/2020
Estratto da pag. 1
Marsilio: chiederemo i danni per l’estate d’inferno sull’A14 
PESCARA. La Regione Abruzzo presenterà una denuncia in Procura, con richiesta di risarcimento danni, per il caos dovuto ai rallentamenti sull’A14. «Un’autostrada vecchia e da rifare», sottolinea il presidente Marco Marsilio in quest’intervista al Centro. Da oggi a mercoledì, intanto, scattano le nuove chiusure notturne nel tratto Pescara Nord-Atri Pineto per consentire verifiche sul viadotto del Cerrano. Il traffico verrà deviato sulla Statale 16 a Silvi Marina. Si tratta del primo di una serie di stop fino ad agosto. Che si somma ai disagi già in atto, conseguenza delle barriere sequestrate sui viadotti e dei lavori di adeguamento in alcune gallerie.Presidente Marsilio, l’A14 è diventata un incubo per gli abruzzesi, i camionisti e i vacanzieri. Le polemiche sono innumerevoli. La Regione Abruzzo che cosa fa?«Abbiamo sepolto sia il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che Autostrade per l’Italia di lettere e richieste di intervento. Adesso stiamo predisponendo un esposto in Procura perché non arrivano né provvedimenti né risposte, quindi faremo quello che sta facendo la Regione Liguria del mio collega Toti e andremo a chiedere direttamente il risarcimento del danno perché non arriva mai una spiegazione su quello che è assolutamente ragionevole e sensato chiedere, quello che chiedono tutte le imprese».Si riferisce ad esempio al pagamento dei pedaggi?«Certo, oltre a una diversa e più razionale organizzazione dei lavori, andrebbe applicato uno sconto consistente sui pedaggi, una riduzione che vada a compensare il danno derivante dall’eterno blocco sull’A14. In Abruzzo si sommano l’emergenza giudiziaria di questa Procura di Avellino, che non si sa quanti secoli debba impiegare per decidere se quei viadotti sono o non sono pericolosi, e i lavori nelle gallerie. L’assurdo è che nessuno mai decide nulla. Se c’è un dubbio fondato sulla sicurezza va bene, perché tutti dobbiamo sentirci garantiti dal fatto che se percorriamo un viadotto non venga giù, ma ritengo incredibile che dopo quasi un anno dall’inchiesta e dai sequestri ancora nessuno abbia deciso come debbano essere fatte queste barriere, se sono pericolose o no. Con Autostrade che continua a inondare di relazioni tecniche i ministeri e le Procure senza venirne a capo. L’Abruzzo dice basta».Lo dice anche al governo? Lei non è mai tenero con l’esecutivo Conte. Stavolta dove ha sbagliato? «Sono anni che per le autostrade nessuno ha mai posto l’accento su controlli o verifiche sulle manutenzioni. Poi ci sono alcune questioni, come quella delle gallerie, che sono dei veri e propri autogol. L’Italia ha lasciato che in Europa passasse una normativa con dei tempi molto stringenti di messa a norma e sicurezza delle gallerie, senza contare che siamo forse l’unico Paese d’Europa che ha un patrimonio così grande di gallerie. Così, mentre per altri Paesi diventa relativamente semplice, e comunque si ha un numero limitato di tunnel, noi siamo un Paese attraversato in lungo e in largo da montagne. Quindi adesso ci ritroviamo a fare tutto e tutto assieme. Significa avere chiuso le nostre autostrade. Sono degli autogol: il governo doveva essere capace di ottenere in Europa dei tempi diversi, delle dilazioni».Per danni intende anche quelli d’immagine?«Con l’Avvocatura definiremo di preciso su quali temi approfondire l’esposto, ma è chiaro che noi subiamo un danno diretto e indiretto: diretto dalle ore perse per viaggiare, dall’inquinamento causato dal traffico che si riversa sulle strade statali, dentro le città, e dalle occasioni economiche che si vanno perdendo. È chiaro che anche l’immagine dell’Abruzzo, quella di un posto irraggiungibile, ne risente. Personalmente, venerdì scorso ho imboccato il casello di Giulianova alle 18.15 e sono riuscito ad arrivare a Pescara centro alle 20.30. Queste esperienze diventano devastanti per chi può scegliere di andare in un posto piuttosto che in un altro: magari chi ha le seconde case si rassegna a un’estate di penitenza, ma chi deve scegliere dove andare a trascorrere le vacanze non lo fa su una costa intransitabile. E questo è un
danno indiretto che ci portiamo dietro». La terza corsia si ferma nelle Marche, l’alta velocità taglia fuori l’Abruzzo: non crede che questa storia metta ancora più in evidenza le mancanze dell’Abruzzo?«Sull’A14 segnalo che sono stato il primo, se non l’unico, a chiedere già da un anno che il governo ragionasse con il concessionario per fare la terza corsia, quanto mai necessaria. Ma non ho visto particolare adesione, se non dalla mia parte politica. È ora di finirla di farsi rispondere dal concessionario che i volumi di traffico non giustificano la terza corsia, che in Abruzzo sarebbe una spesa inutile. Sono fanfaronate. Sono stanco di fare questi presunti ragionamenti su costi e benefìci. I fatti dimostrano che è sufficiente un piccolo incidente, una galleria con un problema, un camion a fuoco, una carreggiata che si restringe per lavori e ci ritroviamo dentro a un budello, a un’autostrada vecchia. È ora di capirlo. L’A14 andrebbe rifatta tutta, andrebbe fatta a tre corsie, abbiamo chiesto questo impegno ad Autostrade e al governo ma anche qui quelli di Aspi rispondono sempre in maniera molto evasiva: dicono che si sono fermati nelle Marche perché sotto da noi le corsie che ci sono le considerano sufficienti».Non va meglio con gli altri trasporti, non si può dire che siamo un modello.«Non c’è l’alta velocità sulla ferrovia e questo potenziamento della Pescara-Lecce non è altro che un complemento di 30 chilometri per fare il doppio binario tra Termoli e Lesina, peraltro col parere contrario del ministero dell’Ambiente e della Via. Voglio vedere se quest’opera si sbloccherà o meno, ma non è l’alta velocità, quella è un’altra cosa, un’altra linea».Se avesse di fronte il ministro De Micheli che cosa le chiederebbe?«Di aprire un dossier serio per l’Abruzzo, visto che adesso si parla tanto di nuovi investimenti e di infrastrutture. L’autostrada adriatica merita una nuova infrastruttura perché questa è arrivata, mostra tutti i suoi limiti. E non si risolve il problema rimettendo a posto le gallerie, mettendoci le lucette o controllando le volte. Le condizioni di percorrenza di questa autostrada, anche qualora ci fossero le condizioni di completa sicurezza e fosse libera da cantieri, non sono adeguate agli standard di trasporto di cui abbiamo bisogno».©RIPRODUZIONE RISERVATA