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Edizione del 13/07/2020
Estratto da pag. 1
Coronavirus, detto-fatto: è pronta la rete `sentinella` di sorveglianza epidemiologica
Era stato annunciata poco meno di un mese faCoronavirus, detto-fatto: è pronta la rete ‘sentinella’ di sorveglianzaepidemiologicaIn sostanza si tratta di una rete di strutture territoriali che analizzerà lapresenza di tracce di Coronavirus nelle acque reflue a fini di monitoraggiopreventivo sulla presenza del virus e la sua possibile propagazione in Italia.[13 Luglio 2020][Coronavirus-e-acque-reflue-320x234]A meno di un mese dall’annuncio, è già realtà. Ha preso oggi il via il progettodi sorveglianza epidemiologica di Sars-Cov-2 attraverso le acque reflue urbane(SARI, Sorveglianza Ambientale Reflue in Italia), che potrà fornire indicazioniutili sull’andamento epidemico e sull’allerta precoce di focolai nelle prossimefasi dell’emergenza.Era il 19 giugno quando Lucia Bonadonna, direttrice del Dipartimento diAmbiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, rivelò la proposta perl’avvio di una rete di sorveglianza in reflui. Spiegando che, sulla base deirisultati dello studio pilota, “contiamo di essere pronti per la sorveglianzasull’intero territorio nazionale nei periodi potenzialmente più critici delprossimo autunno”.In sostanza si tratta di una rete di strutture territoriali che, con ilcoordinamento tecnico-scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità e delCoordinamento Interregionale della Prevenzione, Commissione Salute, dellaConferenza delle Regioni e delle Province Autonome, analizzerà la presenza ditracce di Coronavirus nelle acque reflue a fini di monitoraggio preventivosulla presenza del virus e la sua possibile propagazione in Italia.I campioni prelevati prima dell’ingresso nei depuratori dei centri urbanipossono essere utilizzati come ‘spia’ di circolazione del virus nellapopolazione. Le prime analisi hanno già consentito di rilevare RNA di Covid-19in diverse aree del territorio nazionale nel corso dell’epidemia; inoltre,mediante indagini retrospettive su campioni di archivio, hanno rivelato lacircolazione del virus in alcune aree del Nord in periodi antecedenti lanotifica dei prima casi.La rete del progetto Sari includerà strutture territoriali quali Arpa, Asl,Izs, Università, centri di ricerca e gestori del servizio idrico integrato:grazie anche al supporto di Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche,ambientali ed energetiche) oltre 50 gestori hanno aderito su base volontaria alprogetto, mettendo a disposizione specifiche competenze e proprie strutture.Il programma di lavoro si articola in due fasi. Una prima su base volontaria eautofinanziata dai partecipanti il progetto – che prenderà il via nel mese diluglio – sarà focalizzata su una rete pilota di siti prioritari, come lelocalità turistiche. La seconda fase – attivabile da ottobre sulla base dellerisorse disponibili – prevede una rete di sorveglianza estesa a livellonazionale, focalizzata sugli aggregati urbani, con la possibilità di realizzareanche monitoraggi flessibili e capillari (come quartieri cittadini e siti didepurazione di aeroporti), funzionali alle necessità di prevenzione sanitariadelle diverse aree territoriali, in base agli scenari epidemiologici.Le analisi svolte da tutte le strutture seguiranno un protocollo condivisomesso a punto dall’ISS, verso il quale confluiranno con metodi armonizzati idati raccolti nel territorio; l’Istituto Superiore di Sanità potrà anchesvolgere approfondimenti analitici e curerà l’aggiornamento e l’elaborazionedati su piattaforma GIS (Sistema Informativo Geografico) per la condivisionecon le Autorità Sanitarie centrali e regionali.“Gli studi italiani – spiega Luca Lucentini, Direttore del Reparto di qualitàdell’acqua e Salute dell’ISS – hanno dimostrato l’importanza di costruire unarete capillare di sorveglianza in grado di restituire in tempo quasi-reale lafotografia dell’andamento dei contagi nei contesti regionali e locali,evidenziando come questo approccio può anticipare la conoscenza sui luoghi dicircolazione del virus nel nostro Paese”-Giuseppina La Rosa, che insieme a Lucia Bonadonna coordina il progetto, hasottolineato che “L’ approccio di sorveglianza ambientale avviato in Italia sis
ta definendo in molti paesi, e anche la Commissione Europea sta guardando conparticolare interesse al nostro modello in quanto basato su metodi sensibili especifici”.Il possibile contributo del progetto nella prevenzione e lotta alla Covid-19 èanche evidenziato da Francesca Russo, del Coordinamento Interregionale diPrevenzione “stiamo lavorando con molte Regioni per attivare la fase pilota evalutare se questo approccio può fornire contributi a supporto dellefondamentali informazioni della sorveglianza integrata, microbiologica edepidemiologica in corso, soprattutto nel periodo autunnale che resta una fasecruciale nell’evoluzione del possibile scenario epidemico”.“L’impegno del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente nel progettosarà fondamentale” aggiunge Giuseppe Bortone che coordina l’area “Ambiente eSalute” del SNPA “siamo già impegnati in diversi territori con campionamenti emonitoraggi che stanno contribuendo a approfondire le conoscenze sul rapportotra SARS-CoV-2 e ambiente, sia per le acque reflue che per le altre matriciambientali, per avere sempre più un quadro completo ed esaustivo”.“Oltre al costante impegno che non è mai mancato da parte delle utilitiesdurante l’emergenza Covid per garantire continuità dei servizi ai cittadini,ora 50 gestori del servizio idrico integrato – ha spiegato Tania Tellini,coordinatrice delle attività del Settore Acqua di Utilitalia – hanno deciso diaderire a un progetto che consentirà di valorizzare le competenze tecniche daloro acquisite in questi anni, nonché di confermare il valore etico eterritoriale delle utilities verso le comunità servite. Il servizio idricointegrato gioca un ruolo chiave non solo nella gestione di un bene fondamentalecome l’acqua, ma anche nella salvaguardia della salute dei cittadini attraversostudi epidemiologici come SARI.La costituzione di questa rete di sorveglianza è un progetto partito dal bassoche se, come ci auguriamo, diventerà più strutturale, potrà dimostrare quantoil servizio idrico integrato rappresenti ormai una delle spine dorsali delPaese e della salute pubblica”.