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Edizione del 12/07/2020
Estratto da pag. 1
Ritorno a scuola con orari ridotti, turni, ingessi scaglionati e DaD: lunedì 13 luglio i contrari tornano in piazza
regionalizzazione scuolaAd oggi, sul ritorno a scuola a settembre c’è una sola certezza: tranne poche“isole felici”, ovvero quelle scuole composte da classi con pochi alunni e ampispazi a disposizione, oppure aggiuntivi messi a disposizione dagli enti localiin tempi record, la stragrande maggioranza delle lezioni si svolgeranno con lelezioni a orario settimanale ridotto.I punti criticiLa questione è stata posta da alcuni giorni dai sindacati. La Cisl Scuola,guidata da Maddalena Gissi, ha posto diversi quesiti: “Qual è la percentualemassima di riduzione dell’orario scolastico? Ad esempio, è possibile limitarela frequenza degli alunni iscritti al tempo pieno a mezza giornata edutilizzare le quote orarie per gestire i gruppi di altre classi? Sarà possibileoperare riduzioni dell’orario curricolare, quali sono i minimi disciplinari darispettare? Il ricorso alla didattica digitale integrata (quindi praticareancora Dad, ndr) è assolutamente escluso per la scuola primaria e per la scuolasecondaria di primo grado?”.Giannelli (Anp): la riduzione oraria sarà recuperata?Il problema è stato sollevato anche dal presidente dell’Anp, AntonelloGiannelli, il quale ha chiesto: “parte degli alunni sarà impegnato in attivitàa distanza? E quanta parte dell’orario curricolare potrà essere erogata adistanza? Si potrà ridurre la durata dell’unità di lezione senza necessità direcupero?”.ICOTEA_19_dentro articoloQuest’ultimo punto è moto interessante: la normativa, infatti, permette aidocenti di non recuperare le riduzioni orarie solo in caso di oggettivi limitilogistici da parte degli alunni (i quali invece sono tenuti a recuperare iminuti persi).Per il leader del primo sindacato dei dirigenti scolastici, “la risposta a talidomande deve arrivare al più presto e deve essere fornita dal legislatore, inquanto riguarda i livelli essenziali delle prestazioni e comporta la modificadel quadro ordinamentale. Non si può certo pensare di lasciare la soluzione ditali criticità all’autonomia scolastica che è finalizzata a costruire lemigliori condizioni per il successo formativo degli alunni”.Servono molti più docenti, ma anche ausiliariGiannelli ha anche evidenziato che, se si dividessero in due gruppi gli alunnidi una classe, sarebbe necessario disporre non solo di un’aula in più, ma anchedi un docente (nella scuola primaria) o di un docente per ogni disciplina(nella scuola secondaria) in aggiunta. In ogni caso, sarà necessarioincrementare la consistenza dell’organico dei collaboratori scolastici per farefronte alla maggiore frequenza con cui saranno puliti gli ambienti.Attualmente, però, l’incremento massimo di docenti è fermo ai 40 milaannunciati dal premier Giuseppe Conte e dalla ministra Lucia Azzolina: inrealtà, considerando il 15% di alunni da sistemare in spazi aggiuntivi, neservirebbero 120 mila.“Su tutto questo – ha concluso il sindacalista Anp – il Ministero deve fornireindicazioni precise e tempestive, anche in considerazione del fatto che, adoggi, le dotazioni organiche sono state attribuite secondo i parametriordinari”.Cisl Scuola: può decidere il Consiglio d’Istituto?La Cisl Scuola ha fatto anche presente che “le scuole si chiedono se èpossibile in ultima istanza ridurre il tempo scuola anche solo attraversodelibera del consiglio di istituto, venendo meno al patto formativo con lefamiglie (ad esempio passando dal tempo pieno alle 27 ore), se vi sarà e in chemisura organico aggiuntivo, come gestire eventuali locali esterni alleistituzioni scolastiche, come gestire gli alunni con grave disabilità odisturbi comportamentali”.No agli ingressi scaglionatiC’è poi il problema trasporti da affrontare anche con le associazioni deglienti locali, Anci (Comuni) e Upi (Province).Gli ingressi scaglionati sono essenziali, ma gli orari finora ipotizzati, comeuna presenza a scuola per le secondarie dalle 10 alle 15, per la Cisl Scuola“non appaiono sostenibili nell’organizzazione della giornata scolastica eimpegnerebbero gli alunni in modo del tutto inopportuno”.Il 13 luglio proteste del comitato ‘Priorità alla Scuola’Per opporsi a queste prospettive, l
unedì 13 luglio, il comitato ‘Priorità allaScuola’ tornerà a mobilitarsi davanti alle sedi di undici Regioni.L’appuntamento nazionale sarà in Emilia-Romagna alle 11); poi Toscana (17.30),Piemonte (10.30), Lombardia (17.30), Liguria (13), Lazio (10), Veneto (11),Marche (12), Puglia (10) e Sicilia.“A nome delle migliaia di genitori, insegnanti, studenti e lavoratori del mondoscolastico che aderiscono al Comitato”, si legge in una nota, e che il 23maggio e il 25 giugno hanno manifestato in moltissime piazze d’Italia e davantial Parlamento, le delegazioni locali consegneranno ai presidenti delle Regioniuna lettera in cui si avanzano richieste di spiegazioni e proposte operativeper la riapertura delle scuole di ogni ordine e grado a settembre.A Bologna la lettera sarà consegnata a Stefano Bonaccini, presidente dellaConferenza delle Regioni, per chiedere “di spiegare pubblicamente i motivi percui le Regioni hanno accettato senza riserve e con minime modifiche le lineeguida approntate dal Ministero dell’Istruzione per la riapertura della scuola asettembre che rendono impossibile, come molti enti locali, Regioni e dirigentiscolastici hanno osservato, garantire un rientro a scuola a settembre senzariduzione di orario, senza turni e senza Dad, in tutti gli ordini e gradi”.[INS::INS] • TAGS • Didattica a distanza • Doppi turni • Evidenza • Orario settimanale • Proteste • Riapertura scuole