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Edizione del 12/07/2020
Estratto da pag. 1
“Chiediamo la riapertura a settembre senza riduzioni di orario, senza turni, senza Dad"
Torna a mobilitarsi il comitato "Priorità alla Scuola" domani davanti alle sedi di undici Regioni
Domani, lunedì 13 luglio, il Comitato “Priorità alla Scuola” torna a mobilitarsi davanti alle sedi di undici Regioni: Emilia Romagna (appuntamento nazionale, ore 11), Toscana (ore 17.30), Piemonte (ore 10.30), Lombardia (ore 17.30), Liguria (ore 13), Lazio (ore 10), Veneto (ore 11), Marche (ore 12), Puglia (ore 10) e Sicilia. A nome delle migliaia di genitori, insegnanti, studenti e lavoratori del mondo scolastico che aderiscono al Comitato “Priorità alla Scuola” e che il 23 maggio e il 25 giugno hanno manifestato in moltissime piazze d’Italia e davanti al Parlamento, le delegazioni locali consegneranno ai presidenti delle Regioni una lettera in cui si avanzano richieste di spiegazioni e proposte operative per la riapertura delle scuole di ogni ordine e grado a settembre.

Domani a Bologna, alle ore 11, il Comitato “Priorità alla Scuola” consegnerà una lettera a Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, in cui chiede di spiegare pubblicamente i motivi per cui le Regioni hanno accettato senza riserve e con minime modifiche le linee guida approntate dal Ministero dell’Istruzione per la riapertura della scuola a settembre che rendono impossibile, come molti enti locali, Regioni e dirigenti scolastici hanno osservato, garantire un rientro a scuola a settembre senza riduzione di orario, senza turni e senza DAD, in tutti gli ordini e gradi; nella lettera si chiede anche perché è stato accettato un finanziamento straordinario (1 miliardo di euro) di gran lunga inferiore rispetto a quanto le Regioni stesse e le componenti scolastiche avevano indicato come necessario per la riapertura a settembre di tutte le scuole di ogni ordine e grado; inoltre, si chiede di conoscere i motivi per cui - a oggi - le Regioni non hanno ancora prodotto le linee guida per la fascia 0/6, lasciando nella totale incertezza migliaia di genitori, che invece hanno il diritto di sapere sin d’ora come organizzare la vita familiare.

Il comitato “Priorità alla scuola” invita le Regioni ad assumersi la responsabilità delle richieste di bilanciamento delle risorse fra i territori, a tutela di quelli strutturalmente più deboli, superando le miopie presenti nei progetti di autonomia differenziata già presentati, nella considerazione delle riserve costituzionali sulla salvaguardia dell’unità e dell’uniformità del Sistema Pubblico di Istruzione; inoltre, chiede di sapere in che modo le Regioni intendono utilizzare i fondi POR (accantonati in scadenza il 31 luglio 2020) e quali azioni a supporto dell’innovazione scolastica intendono sviluppare; sollecita le Regioni a collaborare con responsabilità alla prevenzione sanitaria per la ripartenza delle attività didattiche in presenza e sicurezza nei loro territori garantendo un presidio medico in tutte le scuole, e che venga affidata la responsabilità della presa in carico degli eventuali casi positivi alle ASL. Al tal proposito il Comitato propone che sia possibile effettuare test sierologici e tamponi anche presso pediatri e medici di famiglia. 

Inoltre, il comitato “Priorità alla Scuola” chiede alle Regioni di insistere con il Governo affinché le procedure elettorali in calendario per il 20-21 settembre 2020 non vengano svolte presso le strutture scolastiche.

Il comitato propone che le Regioni si adoperino per creare le condizioni affinché nasca una cooperazione virtuosa tra USR, enti locali, dirigenti scolastici e Regioni affinché a nuovi spazi corrispondano personale docente e ATA adeguato per garantire una riapertura in sicurezza, presenza e continuità senza riduzione di orario in tutte le scuole di ogni ordine e grado; che le Regioni valutino la possibilità di assunzione di Lavoratori Socialmente Utili dai Centri per l’impiego, nel rispetto delle norme contrattuali previste per le mansioni svolte e in considerazione dei delicati compiti professionali richiesti in ambito educativo.

Il Comitato non è disposto ad accettare:

la riduzione del tempo scuola con conseguente ricaduta sull’organizzazione scolastica come, ad esempio, la sospensi
one o l’eliminazione del tempo pieno

la Didattica a Distanza come strumento non emergenziale, con ipotesi di frazionamento orario e seguente recupero delle frazioni nelle scuole di secondo grado;

le modalità “blended” nelle scuole di secondo grado;

l’utilizzo in attività didattica effettiva degli insegnanti di sostegno onde evitare il pregiudizio all’inclusione scolastica;

la riduzione delle ore didattiche da 60 a 40 minuti;

l’introduzione surrettizia di pesanti interferenze e/o alterazioni nei metodi, nei curricoli e nella prassi della didattica strumentalmente motivate dall’emergenza; 

l’introduzione surrettizia del terzo settore per coprire ore di didattica;

l’accorpamento di classi arrivando a costituire classi da 30 studenti e che le prime classi dei cicli scolastici siano costituite con numeri di studenti superiori a 20.

Infine, il Comitato chiede di poter partecipare tramite i propri rappresentanti locali ai Tavoli regionali, in fase di costituzione, che avranno il compito “di monitorare le azioni poste in essere dalle Conferenze dei servizi a livello territoriale e dai diversi attori coinvolti nell’organizzazione delle attività scolastiche”.

 

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