quotidianosanita.it
Dir. Resp.
Tiratura: n.d. - Diffusione: n.d. - Lettori: 7999
Edizione del 10/07/2020
Estratto da pag. 1
Covid e Acque reflue: al via la rete ‘sentinella’ di sorveglianza epidemiologica??
Il progetto Iss, condiviso con la Conferenza delle Regioni e delle ProvinceAutonome, coinvolge SNPA, ASL, IZS, Università, centri di ricerca e attraversoUtilitalia oltre 50 gestori del servizio idrico integrato. Si parte a luglio daalcune località turistiche [front3533276]08 LUG - Prende il via il progetto di sorveglianza epidemiologica di Sars-Cov-2attraverso le acque reflue urbane (SARI, Sorveglianza Ambientale Reflue inItalia), che potrà fornire indicazioni utili sull’andamento epidemico esull’allerta precoce di focolai nelle prossime fasi dell’emergenza. Lo rendenoto l’Iss in un comunicato. Una rete di strutture territoriali che, con il coordinamentotecnico-scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità e del CoordinamentoInterregionale della Prevenzione, Commissione Salute, della Conferenza delleRegioni e delle Province Autonome, analizzerà la presenza di tracce diSARS-COV-2 nelle acque reflue a fini di monitoraggio preventivo sulla presenzadel virus e la sua possibile propagazione in Italia. “I campioni prelevati – spiega il comunicato - prima dell’ingresso neidepuratori dei centri urbani possono essere utilizzati come ‘spia’ dicircolazione del virus nella popolazione. Le prime analisi hanno già consentitodi rilevare RNA di SARS-COV-2 in diverse aree del territorio nazionale nelcorso dell’epidemia; inoltre, mediante indagini retrospettive su campioni diarchivio, hanno rivelato la circolazione del virus in alcune aree del Nord inperiodi antecedenti la notifica dei prima casi di COVID-19”.ùLa rete del progetto SARI includerà strutture territoriali quali ARPA, ASL,IZS, Università, centri di ricerca e gestori del servizio idrico integrato:grazie anche al supporto di Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche,ambientali ed energetiche) oltre 50 gestori hanno aderito su base volontaria alprogetto, mettendo a disposizione specifiche competenze e proprie strutture. Il programma di lavoro si articola in due fasi. Una prima su base volontaria eautofinanziata dai partecipanti il progetto – che prenderà il via nel mese diluglio - sarà focalizzata su una rete pilota di siti prioritari, come lelocalità turistiche. La seconda fase – attivabile da ottobre sulla base dellerisorse disponibili – prevede una rete di sorveglianza estesa a livellonazionale, focalizzata sugli aggregati urbani, con la possibilità di realizzareanche monitoraggi flessibili e capillari (come quartieri cittadini e siti didepurazione di aeroporti), funzionali alle necessità di prevenzione sanitariadelle diverse aree territoriali, in base agli scenari epidemiologici. Le analisi svolte da tutte le strutture seguiranno un protocollo condivisomesso a punto dall’ISS, verso il quale confluiranno con metodi armonizzati idati raccolti nel territorio; l’Istituto Superiore di Sanità potrà anchesvolgere approfondimenti analitici e curerà l’aggiornamento e l’elaborazionedati su piattaforma GIS (Sistema Informativo Geografico) per la condivisionecon le Autorità Sanitarie centrali e regionali. “Gli studi italiani hanno dimostrato l’importanza di costruire una retecapillare di sorveglianza in grado di restituire in tempo quasi-reale lafotografia dell’andamento dei contagi nei contesti regionali e locali,evidenziando come questo approccio può anticipare la conoscenza sui luoghi dicircolazione del virus nel nostro Paese”- osserva Luca Lucentini, Direttore delReparto di qualità dell’acqua e Salute dell’ISS. Giuseppina La Rosa, che insieme a Lucia Bonadonna coordina il progettosottolinea che “L’ approccio di sorveglianza ambientale avviato in Italia sista definendo in molti paesi, e anche la Commissione Europea sta guardando conparticolare interesse al nostro modello in quanto basato su metodi sensibili especifici”. Il possibile contributo del progetto nella prevenzione e lotta alla COVID-19 èanche evidenziato da Francesca Russo, del Coordinamento Interregionale diPrevenzione “stiamo lavorando con molte Regioni per attivare la fase pilota evalutare se questo approccio può fornire contributi a supporto dellefondamentali informazioni della sorveglianza integrata, mi
crobiologica edepidemiologica in corso, soprattutto nel periodo autunnale che resta una fasecruciale nell’evoluzione del possibile scenario epidemico”. “L’impegno del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente nel progettosarà fondamentale” aggiunge Giuseppe Bortone che coordina l’area “Ambiente eSalute” del SNPA “siamo già impegnati in diversi territori con campionamentie monitoraggi che stanno contribuendo a approfondire le conoscenze sul rapportotra SARS-CoV-2 e ambiente, sia per le acque reflue che per le altre matriciambientali, per avere sempre più un quadro completo ed esaustivo”. “Oltre al costante impegno che non è mai mancato da parte delle utilitiesdurante l'emergenza Covid per garantire continuità dei servizi ai cittadini,ora 50 gestori del servizio idrico integrato – spiega Tania Tellini,coordinatrice delle attività del Settore Acqua di Utilitalia – hanno deciso diaderire a un progetto che consentirà di valorizzare le competenze tecniche daloro acquisite in questi anni, nonché di confermare il valore etico eterritoriale delle utilities verso le comunità servite. Il servizio idricointegrato gioca un ruolo chiave non solo nella gestione di un bene fondamentalecome l’acqua, ma anche nella salvaguardia della salute dei cittadini attraversostudi epidemiologici come SARI. La costituzione di questa rete di sorveglianzaè un progetto partito dal basso che se, come ci auguriamo, diventerà piùstrutturale, potrà dimostrare quanto il servizio idrico integrato rappresentiormai una delle spine dorsali del Paese e della salute pubblica”.08 luglio 2020