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Edizione del 08/07/2020
Estratto da pag. 1
Ponte Morandi, De Micheli: "Il nuovo sarà gestito da Autostrade. Ma resta ipotesi revoca". M5s: "Non permetteremo ritorno a Benetton"
La gestione del nuovo ponte Morandi diventa un caso politico che spacca la maggioranza, nel giorno in cui la Consulta si pronuncia sulla costituzionalità dell’esclusione per decreto di Autostrade dalla ricostruzione del viadotto genovese crollato il 14 agosto di due anni fa. La ministra Paola De Micheli ha annunciato che sarà gestito da Aspi, almeno fino a quando il governo non deciderà sulla revoca della concessione. Ma la decisione della ministra dei Trasporti è fumo negli occhi per i Cinque Stelle: “Il Ponte di Genova non deve essere riconsegnato nelle mani dei Benetton. Non possiamo permetterlo”, risponde il capo politico Vito Crimi.
A sollevare il tema della gestione era stato il sindaco di Genova – e commissario alla ricostruzione – Marco Bucci, allarmato perché la struttura commissariale deve consegnare a qualcuno la nuova opera per il collaudo finale e la gestione. Altrimenti c’è il rischio che il viadotto sul Polcevera resti inutilizzato, nonostante la struttura sia pronta e in queste ore si sia iniziato ad asfaltare le corsie: una nuova beffa per Genova e i genovesi. Affidarsi ad Autostrade, titolare del troncone della A10 e dello svincolo della A7 che cingono il ponte, è il modo più rapido per garantire che quei 1.067 metri di nuova costruzione vengano realmente aperti “tra l’1 e il 10 agosto”, come indicato da Bucci, per non vanificare una ricostruzione che è stata in definitiva veloce e ha avuto ritardi molto contenuti rispetto agli annunci iniziali. Ma riaffidare il viadotto sul Polcevera a chi lo ha gestito fino al crollo è una mossa inaccettabile per il Movimento: “Questi irresponsabili devono ancora rendere conto di quanto è successo e non dovrebbero più gestire le autostrade italiane. Su questo il M5S non arretra di un millimetro”, avvisa Crimi.
La decisione di De Micheli ha provocato la reazione di Giovanni Toti: “Ebbene, dopo due anni di minacce, immobilismo, proclami, giustizia promessa e rimandata il ponte di Genova verrà riconsegnato proprio ad Autostrade, come ha ordinato il governo M5s-Pd”, ha scritto il governatore della Regione Liguria. “Voi ridate il ponte ad Autostrade senza ottenere nulla – aggiunge – Noi continuiamo a lavorare per lâ??interesse dei liguri. E intanto per la tragedia del Morandi e per le sue 43 vittime nessuno ancora ha pagato. Mentre a Roma litigavate, noi in Liguria almeno abbiamo ricostruito il ponte. Forse abbiamo ringhiato meno di voi… ma visti i risultati…”.
La decisione di De Micheli arriva nel giorno in cui la Consulta si pronuncerà sulla costituzionalità del decreto Genova, che aveva escluso la concessionaria – criticata duramente martedì dall’Anac per la “scarsa trasparenza” dopo il crollo – dalla ricostruzione del ponte obbligandola però a sostenerne i costi. Se l’istanza di Aspi venisse accolta, la società avrebbe un’arma da giocare nella partita della revoca. “Confermo che il nuove Ponte Morandi sarà gestito da Autostrade. Ho scritto io la lettera al sindaco Bucci. La gestione va al concessionario, che oggi è Aspi ma sulla vicenda c’è ancora lâ??ipotesi di revoca”, aveva detto al mattino la ministra tornando anche a parlare dei disagi lungo le autostrade liguri, da settimane bloccate da maxi-ingorghi per le ispezioni nelle gallerie, che questa mattina hanno provocato fino a 16 km di coda lungo la A7 Genova-Milano. “Questi controlli andavano fatti 10 anni fa, abbiamo avuto un rapporto non allâ??altezza fra Stato e concessionari”, ha ammesso confermando che “nei prossimi 10 giorni in Liguria terminiamo i controlli”.
“Siamo tutti profondamente amareggiati. Ã? una situazione limite e bisogna dire con trasparenza che non si normalizzerà del tutto prima della fine del mese, se non cambiano le regole”, ha avvertito l’ad della concessionaria Roberto Tomasi in un’intervista al Corriere della Sera. “Stiamo facendo il possibile per ridurre i disagi, abbiamo previsto la totale esenzione dei pedaggi sui 150 chilometri di autostrada, un caso unico in Italia”, ha aggiunto tornando a ribadire la linea di Autostrad
e sulla ragione dei maxi-ingorghi, imputabili a loro avviso al cambio di regole per le ispezioni imposto dal ministero a fine maggio.
“Avevamo avuto lâ??ok da parte del Mit al modello francese Cetu, che già usiamo per gli interventi nella galleria del Monte Bianco. Questo modello è poi diventato un manuale operativo, che il ministero il 26 maggio ha inviato a tutte le concessionarie indicandolo come nuovo riferimento – ha concluso Tomasi – Tre giorni dopo è stata data lâ??indicazione, solo ad Aspi e solo in Liguria, di smontare entro il 30 giugno tutte le onduline, quando nelle previsioni originarie era chiaro si dovesse fare entro fine anno. Da lì la corsa contro il tempo ad avviare cantieri e i disagi”.
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